Aggiornamento
(di
Felice Celato)
Vi
ricordate quella rubrichetta che nel gennaio di quest'anno abbiamo cominciato
ad utilizzare per verificare, di tanto in tanto, l’andamento della qualità
attesa del nostro vivere civile? L’avevamo chiamata Come stiamo andando?, col punto interrogativo, appunto perché
voleva essere un modo per interrogarci vicendevolmente al quale intendevo corrispondere
solo segnalando qualche spunto di riflessione.
Bene,
a quasi 6 mesi di distanza, mentre sono in corso disperate elezioni comunali ed
è stata già avviata la lacerante
campagna del referendum di ottobre,
mi viene voglia di segnalarvi una uscita del nostro Premier che mi pare adatta a misurare quanto possiamo attenderci
dai prossimi mesi: dunque dice oggi Renzi ( cito dal virgolettato del Corriere della Sera di oggi): Se al referendum vince il Sì, un politico su
tre va a casa, per questo sono tutti contro di me.
Dunque,
se non ho capito male il pensiero del nostro Premier, (che è anche – non a caso – il segretario nazionale del Partito
Democratico, l’erede storico dei partiti politici che furono di De
Gasperi, di Togliatti, di Fanfani, di Berlinguer, di Moro, di Napolitano, di
Andreotti, di Prodi, etc.), il metro di giudizio su questa riforma
costituzionale dovrebbe essere la sua anti-politicità.
Vi
pare che stiamo andando bene?
P.S.
Per
prevenire equivoci: nel lontano referendum di ottobre voterò Si, per
motivi meta-tecnici (cioè che stanno al di là di una valutazione meramente
tecnica) ed....abbozzistici, secondo
il principio del male minore che
vigeva ai tempi di molti dei succitati e rimpianti politici; un principio che sicuramente vale
nella politica (forse da sempre l’arte del compromesso) ma che lascia molti
dubbi dal punto di vista etico. Diceva infatti l’ Apostolo Paolo Non
facciamo un male perché ne venga un bene, Rm 3,8; e precisava
Sant’Agostino: Non per questo i peccatori
debbono dire: facciamo il male affinché ne venga il bene, ma piuttosto abbiamo
fatto il male e ne è sopraggiunto il bene, adesso facciamo il bene! E
speriamo che questa esortazione ci sia di buon auspicio per il futuro.
Per
preservare questo meditato orientamento, non seguirò la campagna elettorale (e
sarà difficile, al limite dell’eroico!), soprattutto se – come sono certo – si abuserà
di concetti del tipo di quelli estratti dalla citazione del Premier, che sembrano fatti apposta per
farmi cambiare idea (beninteso: cosa che nello specifico non desidero anche se,
di solito, mi piace chi cambia idea perché non usa la testa per spartire le orecchie, la famosa funzione otodiastasica della testa, tanto diffusa
da noi e forse alla base di tanti conclamati consensi popolari).
Roma,
1 giugno 2016 ( domani è la festa della Repubblica, tutti in piedi: sfilano i
Sindaci! Peccato che mancherà Marino)
Nessun commento:
Posta un commento