Spigolatura depressa
(di Felice Celato)
Non avendone tempo ( e nemmeno con me il mezzo giusto) perché preso da una lentissima occupazione fuori sede, utilizzo la consueta crisi (violenta) di insonnia scrivendo, dai Castelli Romani, questa.....spigolatura depressa.
Anche il PIL è andato alle urne (così scriveva qualche giorno fa Dario Di Vico in un bell’articolo sul Corriere della sera): il Pil ha un difetto. Anche se non è iscritto alle liste elettorali vuole votare sempre. Questo per dire che gli elettori, quando vanno a votare, non riescono a togliersi dalla testa il tasso di disoccupazione, le regole della pensione che cambiano, la commessa che non arriva, la telefonata di conferma di uno stage che tarda; insomma il disagio economico, che la girandola di cifre riesce a confondere solo nel linguaggio narrativo dei politici non certo nell’animo dei cittadini.
[E per fortuna, dico io, che invece il Debito pubblico, che pesa 1,3 volte il Pil, non va mai a votare perché gli Italiani pensano che sia solo un problema di altri ( cioè dello Stato, mica loro; di quell’entità astratta che tutti amano quando ne immaginano le mammelle piene di latte da mungere ma che tutti detestano quando ne incontrano le manifestazioni quotidiane). Sennò ne avremmo viste delle belle.]
Così si dipana il lento scivolare del Paese che si spopola ( dati Istat di stamane), mentre l’economia non gira e si avvicina a passi lenti un referendum dagli esiti incerti ma dai rischi enormi e certi; mentre la Brexit sembra guadagnare peso, mentre le borse ne tremano; mentre dell’immigrazione disordinata nessuno si occupa (se non per proclamare soluzioni-tampone confuse e lontane dalla vera natura del problema); mentre i campionati europei di calcio sembrano un’ esercitazione di Polizia; mentre si parla di rinviare le Olimpiadi brasiliane per via della zanzara ma i candidati al Comune di Roma si sfidano su quelle del 2024 a suon di cifre basate sul nulla (ho sentito questa: nessun costo per Roma! Semmai qualche miliardo per lo Stato, come dicevo sopra, dalle roride mammelle).
Dalla finestra vedo la valle attorno a Roma: dall’alto, col sole mattutino, sembra una valle serena e operosa. Miracoli della luce, il pennello di Dio.
Frascati, 11 giugno 2016
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