martedì 25 luglio 2023

Risveglio

….con letture

(di Felice Celato)

La ricorrenza del 25 luglio (per chi non lo ricordasse: il 25 luglio 1943, 80 anni fa, il fascismo, dopo aver distrutto il paese – pardon: la nazione - distrusse, speriamo definitivamente, anche sé stesso) mi ha accompagnato nel risveglio dallo stato catatonico (da Treccani, con sottolineatura mia: quadro psicopatico a base dissociativa, nel quale l'azione si svincola quasi interamente dalle motivazioni razionali e affettive e resta inceppata in contrasti automatici che li irrigidiscono o la rendono saltuaria e stolida) nel quale ….il caldo l’aveva precipitato a partire dall’inizio del mese di luglio.

E allora eccomi qua, dopo un mese di silenzio, almeno a dar conto di qualche lettura di questo periodo, strano ma in fondo – per misteriosi motivi, che non sto qui ad investigare – rigenerante.

Cominciamo con un romanzo, anzi, per dirla alla latina, una satura lanx (piatto misto) di narrazioni molto strutturate. Strutturate, perché Trust, il corposo libro di Hernan Diaz, edito da Feltrinelli (2023) e premio Pulitzer 2023, è in realtà una geniale composizione di narrazioni diverse (tutte molto gradevoli alla lettura ed unitariamente molto interessanti, per la pluralità delle voci che sviluppa). Penso che sia utile – senza nuocere al piacere della lettura – “svelare” in anticipo questa struttura (per renderla meno faticosa); il libro si compone di quattro macro-capitoli: Fortune (il primo di essi) è un romanzo vero e proprio: la vita di un magnate della finanza (USA) e di sua moglie Helen; il secondo, La mia vita, è un abbozzo di un’autobiografia – con molti rinvii a indefiniti completamenti – scritta da chi (Andrew Bevel) crede di riconoscersi nel testo del romanzo, insieme a sua moglie Mildred Bevel (la Helen di Fortune), e intende difendersi (e difendere la memoria della moglie Mildred) dal ritratto indiretto implicito in Fortune. Il terzo, la chiave di tutto il libro, Memorie nel ricordo, è la storia di una giovane scrittrice italiana incaricata da Andrew Bevel di fare ricerche per completare l’abbozzo de La mia vita e per difendere l’immagine della moglie, sempre dal ritratto indiretto che ne fa Fortune. Il quarto macro capitolo, Fondazione, contiene i diari di Mildred riesumati dalla giovane scrittrice italiana.

Complessità strutturali a parte, il libro è veramente gradevole ed interessante (segnalo, in particolare, per il loro significato anche… pedagogico, le pagine dedicate dalla giovane scrittrice italiana alla condizione degli italiani emigrati negli USA nei primi decenni del ‘900). Ne raccomando senz’altro la lettura.

Poi una rilettura, a distanza di anni: di Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere (Adelphi, 1989): la leggerezza è fugacitàlibertà priva di significatoun abbozzo senza quadrouno schizzo di nulla. Queste sono le parole che sintetizzano le strane vite dei principali protagonisti di questo romanzone, pensoso e ribelle (al comunismo); le loro vicende lasciano in bocca il sapore di quella insostenibile leggerezza pur in mezzo alle tante (e drammatiche) avventure che vivono, sempre senza autentica comprensione del senso del loro vagare, fino al finale, percorso da un fugace brivido di eternità. 

 Ancora, una scoperta: di Emanuela Fontana, La correttrice (Mondadori, 2023): una fiction storica, basata sulla storia vera del rapporto di collaborazione (per sciacquare i panni in Arno) fra una giovane fiorentina, Emilia Luti, ed Alessandro Manzoni per l’edizione finale de I Promessi Sposi (1842).  Per chi come me, ama molto Manzoni e I Promessi sposi, una piacevole scoperta (Emilia Luti è veramente esistita e ha effettivamente collaborato col Manzoni, nei termini narrati nel libro) che ha fatto dimenticare qualche ridondanza narrativa. 

Infine un saggio veramente interessante: di Sergio Di Filippo, Nudge – una spinta poco gentile? IBL Libri , 2023. Si tratta di una ampia disamina dei pericoli insiti nel c.d. libertarian paternalism, un atteggiamento di finto liberalismo basato sulla assunzione che possa spettare ai pubblici poteri di indirizzare i cittadini alla pratica di questa o di quella (presunta) virtù, non attraverso la coercizione ma attraverso il nudge, la spinta gentile, la persuasione che si insinua nell’ambito delle sfere individuali con la proposizione di presunti modelli virtuosi, dei quali il nudger (una specie di pubblico influencer) si sente detentore; come se chi, col suo voto, porta al potere l’aspirante nudger, gli conferisca una sorta di paternalistica vigilanza su di sé. Il libro è denso di ragionamenti sul tema, partendo da concetti di behavioral economics (economia comportamentale); e non è certo il caso di tentare di aggiungerne altri. Mi permetto solo di allineare ad essi una provocatoria domanda di ordine sociologico: ma voi, vi sentireste tranquilli di affidare ai nostri rappresentanti politici (non importa quali) il compito di vigilare con cura paterna (quand’anche perciò benevola) anche sulle vostre libere e legittime scelte private? Io no.

Roma 25 luglio 2023