lunedì 16 aprile 2018

Una lettura....casuale

Logos ed ethos
(di Felice Celato)
Non si spaventino i lettori del blog: non intendo affrontare qui temi tanto vasti e profondi come quello echeggiato dal titoletto di questa breve nota; tema che, per sua natura, si porrebbe ben al di là delle povere competenze filosofiche e teologiche di cui dispongo. Però, poiché per l’appunto il tema si pone tante volte alla radice di mie “impressioni” (magari sbagliate) sull’andazzo presente delle nostre sensibilità, mi permetto una breve citazione da un testo che mi è capitato fra le mani casualmente. La “storia” dell’occasione: un amico mi ha regalato un sublime libretto di Romano Guardini, di profondissima spiritualità (I santi segni) che ho letto – come del resto consigliatomi da chi me ne aveva fatto dono – con grande lentezza (e, credo di poter dire, con grande beneficio) per coglierne appieno i valori, appunto, spirituali che sono propri di questo grande maestro della Chiesa moderna (che pare sia stato un punto di riferimento spirituale, più o meno intenso, almeno degli ultimi cinque papi e del quale, molti anni fa, avevo letto il libro, stavolta corposo, Il Signore, del quale conservo ottima memoria). Senonché, l’editore (Morcelliana), per dar corpo al volumetto, ha associato al testo appena menzionato (in sé abbastanza striminzito) un altro breve libro sempre dello stesso autore (fra l’altro, questo, scritto proprio 100 anni fa, nel 1918), su Lo spirito della liturgia. Ancorché quest’ultimo tema non sia fra quelli che più mi affascinano, non ho potuto evitare di dare un’occhiata all’indice e di lasciarmi attrarre dal suo capitolo finale, intitolato: Il primato del Logos sull’Ethos. In sostanza, qui, Guardini affronta, partendo dalla liturgia, una questione enorme: in quale rapporto sta in essa il volere rispetto alla conoscenza, il valore di verità rispetto al valore di bontà? E partendo da qui, ripercorre, in estrema sintesi, la relazione  fra Logos  ed Ethos nella storia della religione cristiana e  di quella cattolica in particolare. Chiarito che Verità annunciata (la buona novella), nella fede della Chiesa, non è una fredda maestà ma, appunto, la Verità dell’amore di Dio per l’uomo, Guardini scrive quanto segue: L’energia della volontà, dell’azione, della ricerca, per quanto intensa possa diventare, deve riposare sopra una profondità che è calma, che s’affisa nelle immutabili verità eterne. Questo è il sentire che ha le sue radici nell’eternità. Esso ha la pace; possiede quella serenità immune da tensioni che rappresenta la vittoria sopra la vita. Non ha fretta, ha tempo: può pertanto attendere e lasciar crescere. Questo atteggiamento spirituale è veramente cattolico….. La Chiesa perdona ogni altra mancanza più facilmente che un attentato alla verità. Essa sa bene che, se uno manca ma non intacca la verità, egli può ritrovarsi e riprendersi. Ma s’egli intacca il principio, in tal caso è lo stesso santo ordine della vita che è levato dei cardini….. La Chiesa pone la verità, il dogma come un dato assoluto, riposante su se stesso, che non abbisogna di nessuna fondazione sulla base dell’ambito morale un pratico. La verità è verità, perché è la verità… Il volere non crea la verità, ma la trova; deve riconoscersi cieco e perciò bisognoso di luce, della guida, della potenza ordinatrice e formatrice della verità. Il volere deve fondamentalmente riconoscere il primato della conoscenza sulla volontà, del Logos sull’Ethos.
Legittima la domanda del lettore: ma perché ti affascina tanto questo tema così bizzarro? Caro immaginario lettore, il tema non è così bizzarro come ti sembra: viviamo in un tempo in cui si ha paura (o almeno ritegno, talora persino nella Chiesa, che si ritiene ed è la depositaria della Verità) a riconoscere che noi abbiamo bisogno della Verità, qualsiasi cosa ci induca a pensare la nostra incessante, orizzontale agitazione di sentimenti e pulsioni, il nostro mito del fare; e che riconoscerne la sete insita in noi è mettersi alla sequela della giustizia, della libertà e della pace.
Roma 16 aprile 2018 (compleanno di Benedetto XVI che al Logos ha dedicato tante pagine intense di fede)







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