venerdì 9 marzo 2018

Pro-memoria triste

Un decennale mancato
(di Felice Celato)
Confesso che la mia memoria (in questo piuttosto desta) mi ha ingannato: mi pareva che il decennale di una delle pagine più vergognose della storia recente della “cultura” italiana cadesse il 10 marzo. Invece è già “caduto” il 17 gennaio e mi dispiace di averlo mancato, sia pure per deprecarne la memoria. Sarà l’età.
Il 17 gennaio del 2008, Benedetto XVI avrebbe dovuto parlare all’Università romana “La sapienza” su invito del Rettore professor Ruggero Guarini; ma la Santa Sede decise di declinare l’invito dopo che una lettera firmata da 700 “docenti” (promossa da un docente di fisica e pubblicata da Il Manifesto) era sfociata in un enorme clamore mediatico (“il vade retro viene da un nutrito gruppo di docenti e studenti” scriveva asetticamente La Repubblica), nell’occupazione (da parte di qualche “studente”) del Senato Accademico e del Rettorato e nella minaccia di disordini.
Ritengo utile segnalare a tutti il link (vedi sotto) del discorso che Benedetto XVI fu impedito di pronunciare. Fa sempre bene leggere le parole di questo straordinario maestro. Concludeva così il suo mancato discorso il papa studioso, teologo, amante del sapere e della ragione, uomo lucido, mite e fedele, ascoltato da tutto il mondo, quand'anche con dissenso:
Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell’università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà. Al di là del suo ministero di Pastore nella Chiesa e in base alla natura intrinseca di questo ministero pastorale è suo compito mantenere desta la sensibilità per la verità; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro.

Che dire? This is the country. Nessuna meraviglia, da parte mia. O forse this was the country, magari oggi non succederebbe più.
Roma 9 marzo 2018




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