venerdì 2 giugno 2017

2 giugno 2017

La congiura de' Pazzi
(di Felice Celato)
Quelli fra noi che conoscono bene la storia del Rinascimento ricorderanno un episodio della Firenze del XVI secolo, passato alla storia come La Congiura de’ Pazzi. A me, che invece di quel periodo ho poco più che ricordi liceali, era ricapitato sotto gli occhi l’altro giorno, rileggendo (non importa ora precisare perché) alcune pagine di un libro molto interessante (R. De Roover: Il Banco dei Medici dalle origini al declino, La Nuova Italia, 1988) sul quale anni fa avevo studiato, appunto, le istruttive vicende del banco dei Medici. Nel libro la congiura della famiglia Pazzi contro la famiglia Medici (1478) si trova nel capitolo dedicato al tramonto del banco (1464-1494), in buona parte coincidente con quello della famiglia (Lorenzo il Magnifico morì nel 1492 e suo figlio Piero fuggì da Firenze nel 1494).
Mi chiederete: come mai ti viene in mente questa storica congiura, proprio nel giorno della festa della Repubblica?
Dico subito che la congiura dei Pazzi mi è venuta in mente da quando mi sono riaffacciato, non senza disgusto, sulle vicende del “dibattito politico” Italiano; ma la risposta sulla curiosa coincidenza di data è più complicata e sta tutta nella mia mania (di sapore surrealista) di talora giocare (per dirla con André Breton)  con il pensiero in assenza di ogni controllo della ragione, quando la confusione si fa massima e le parole possono assumere un loro senso autonomo disconnesso dalla realtà fattuale ma non per questo meno profondo. E così mi è venuto in mente questo atroce accostamento, malauguratamente nient’affatto disconnesso dalla realtà fattuale: ma non è che questa congiura di pazzi (qui con la lettera minuscola) che abbiamo dattorno vuole fare la festa alla (non della!) repubblica?
Non, intendiamoci bene, per intenti di sovversione anti-repubblicana (anche per concepire disegni così scellerati ci vorrebbe una tempra che questi non hanno!); ma semplicemente operando una progressiva consunzione dei fondamenti socio-economici del paese (questa sì alla portata dei pazzi che abbiamo dattorno!) affondandolo in un mare di pulsioni esagitate, queste veramente disconnesse dalla realtà.
Pensateci bene. Mettete a fronte, da un lato, le reali condizioni del Paese e l’urgenza di vitali questioni irrisolte nel contesto difficile in cui viviamo (se non volete dar credito ai tanti cenni che ne abbiamo fatto su questo blog, leggete almeno, da ultimo, la relazione del Governatore della Banca d’Italia o i commenti che ne hanno fatto  gli osservatori più assennati, da Fubini a Gros, a Manca sul Corriere, a Lepri su La Stampa, a Cingolani su Il Foglio, a Onado su Il Sole, etc..). E, dall’altro, i surreali contenuti del dibattito politico italiano, totalmente avulso dal reale: il ritorno al demonizzato proporzionale (in venticinque anni ne abbiamo fatte di tutti i colori, a ritmo crescente, fino a trovarci - per l'alzata di ingegno di Renzi - senza una praticabile legge elettorale); la conseguente immediata caduta del governo; le elezioni a settembre – “per farle coincidere con quelle della Germania!” (sic!);  la campagna elettorale in luglio ed agosto, probabilmente in mutande (e magari in canotta); la inevitabile manovra dopo le elezioni in uno scenario necessariamente incognito;  le nuove ispirazioni di Davigo ai Cinque Stelle; la scissione del PD; gli abbracci di Berlusconi agli agnelli (lettera minuscola); l’astratto “problema” Alfano; etc. etc. etc.
E allora: ma non è che questi pazzi (questi moderni, con lettera minuscola ancorché talora toscani, come i Pazzi) stanno giocando a mandarci a gambe per aria per il solo gusto di pagarsi l’occasione di una incerta rivincita anche al prezzo di un decisivo travolgimento del paese?
I Pazzi della congiura anti-Medicea  fecero, come accadeva spesso in quei tempi men leggiadri e più feroci degli attuali, una brutta fine, più ad opera della vendetta popolare (eh! si sa, i fiorentini quando s’infocano fanno macelli!) che per mano di Lorenzo de’ Medici, che pure aveva visto ucciso il fratello Giuliano ad opera dei congiurati. Il papa (Sisto IV), che non amava i Medici, supportò i Pazzi, prima e dopo la congiura, comminando poi anche una scomunica  a Lorenzo de’ Medici (allora i papi si occupavano intensamente di politica, come per fortuna non accade più).
La congiura dei nostri pazzi, per nostra e loro fortuna, non finirà di certo nel sangue; e, mi auguro, non ci sarà bisogno di scomuniche, per lo meno papali. Basterà, forse, quella del Tempo.

Roma 2 giugno 2017 (appunto, festa della Repubblica)

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