Densi vapori di pensieri
(di Felice Celato)
In
queste prime giornate veramente estive, già di prima mattina alcuni asfalti
romani emettono lievi vapori di calore; e così - stamane - i pensieri accaldati
del C.U.R. (Camminatore Urbano Rimuginante) sono evaporati pesantemente, anch'essi densi e forse oleosi, secondo
itinerari che è anche difficile seguire. Forse non varrebbe nemmeno la pena di farmi
accompagnare nell'itinerario mattutino,
ma un po’ di compagnia solleva quando i pensieri si fanno tinti (direbbe Montalbano).
Quelli
che come me hanno vissuto un'intera vita occupandosi più o meno esclusivamente
(a seconda dei vari tempi della professione) di problemi finanziari,
acquisiscono una deformazione mentale che si attacca indelebilmente al loro
modo di ragionare e che è anche difficile da spiegare: in qualche modo i valori
(per esempio: i valori numerari; ma non solo), sparsi nel tempo, perdono la
loro propria universale significanza per tradursi, tutti, nella mente “malata”
dell’uomo di finanza, in personalizzati valori attuali; sicché se uno mi
dicesse: “fra un anno ti darò 1000 €”, io capirei: questo mi sta dando 800 €.
Perché?
Perché il tempo ha un suo valore (il "prezzo" del tempo è l'essenza
della finanza) in quanto racchiude in sé incertezze (sarà vero?), inquietudini
(e se succede qualcosa per cui, anche volendolo, non potrà più darmeli?),
rischi (ma vorrà ancora veramente darmeli, fra un anno? E se sì, quanto
varranno allora? Avrà ancora corso l’€ ? Ci potrò ancora comprare le stesse
cose che ci comprerei oggi?), e così via. Non a caso, quando, tanti anni fa,
presentavo la finanza ai giovani ingegneri appena assunti in azienda, esordivo
sempre dicendo che l'essenza della finanza sta tutta nella inquietante domanda:
è meglio un uovo oggi o una gallina domani?
E a
seconda dell'umore del giorno (cioè di come uno vede il futuro) il
"prezzo" del tempo cambia: l'uovo
di oggi mi sembrerà ben più della gallina domani se avrò letto sui giornali
che c'è in giro la peste aviaria che uccide i pulcini; ma la gallina domani mi sembrerà avere ancora più valore se leggessi, chessò?, che la “carne bianca” è
destinata a soppiantare quella rossa nella dieta del futuro [N.B.: questa
ragionevole congettura sui rischi del tempo secondo alcuni è deplorevole
speculazione; come se fosse deplorevole, alla tremolante luce del presente, tentare
di valutare il futuro].
Ecco
perché chi ha fatto tanta (troppa?) finanza è portato a credere che nella
formula dell'NPV (Net Present Value,
cioè il valore attuale di un bene futuro al netto dei rischi e dei costi del tempo) siano
racchiuse tanta più saggezza ed esperienza della vita di quante non ce ne siano
in molti trattati di filosofia.
Vi
domanderete (assennatamente): e questo ti viene in mente per il solo effetto
del caldo (come sarebbe naturale pensare) o c'è stata qualche altra “curiosa”
occasione?
Ancora
una volta un bambino! [Sapete: finite le scuole, aumentano le madri lavoratrici
che, di mattina, corrono qua e là per "parcheggiare" i bambini da
nonne, baby sitter o "campi
estivi", per riuscire comunque a lavorare, in un tempo che rende così
faticoso il mestiere di madre; e dunque, camminando, di mattina mi capita di
incontrarne parecchie]. Così il solito bambino sgambettante che una mamma
spingeva frettolosa su un passeggino pieghevole mi ha fatto venire in mente – effetto del
caldo? – l'NPV di un uomo: c'è, in lui, tutto ciò che lascia presagire l'uomo
che il tempo produrrà, speranze, vitalità, voglia e bisogno di amare e di essere amato, energia,
curiosità per il mondo, voglia di assaggiare tutto, etc, un gracile concentrato esplosivo di speranza, come forse dicevamo
qualche giorno fa. Di fronte a lui c'è solo il rischio del tempo (e
dell’ambiente); che ne fa anche una creatura naturalmente molto debole e
bisognevole di lunga protezione. Poco più di un fragile uovo che debba
attendere il tempo per dischiudersi e affrontare tutti i rischi della crescita.
Un
pensiero angoscioso – per la verità – per chi, con tanto lunga esperienza del
tempo, si trovi magari nella condizione di nonno.
Per
fortuna, per non trarre sgomento da tali densi vapori di pensieri, mi sono
ricordato che mentre noi ci arrabattiamo, coi nostri mezzi, a valutare il
rischio del tempo, c'è Qualcuno che del tempo è l’imperscrutato signore; e
mentre noi trepidiamo per la debolezza dei nostri gracili concentrati di esplosiva speranza c'è Qualcuno che ha detto
che è nella debolezza che si manifesta
pienamente la Sua forza (2Cor.
12,9).
Roma 13
giugno 2017 (S. Antonio da Padova, auguri a tutti gli Antonio!)
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