mercoledì 19 ottobre 2016

Il Muro del Pianto

Una vicenda da non sottovalutare
(di Felice Celato)
A mia memoria credo di non aver mai preso parte ad una dimostrazione di piazza: vuoi per la mia natura di cane sciolto, vuoi per una certa diffidenza verso compagni di strada (o di piazza) non scelti da me medesimo, vuoi per la patina di scetticismo vagamente snob che ha sempre velato il mio sguardo sui riti di piazza, vuoi, infine, per il fastidio per le forme rumorose di espressione del pensiero (se di pensiero si tratta quando si è in molti a gridare); fatto sta che sono quasi certo di aver sempre disertato, durante tutta la vita, ogni occasione di manifestazione collettiva di pensiero aggregato, anche quando - magari casualmente...e senza mia volontà - mi è capitato di pensarla come coloro che scendevano in piazza.
Eccomi, invece, alla venerabile età che mi porto addosso, ad aver partecipato, oggi, ad una manifestazione di piazza: mosso da uno sdegno che ha vinto ogni radicata insofferenza per il genere, ho preso parte ad una marcia di protesta (forse sarebbe meglio dire ad un sit-in o ad uno stand-in, sempre che così si dica di una manifestazione in forma statica) promossa da il Foglio  contro la delibera dell'UNESCO che “battezza” come sito islamico il Monte del Tempio, situato, come noto, nella parte orientale di Gerusalemme (per intenderci: dove è il Muro del Pianto, il luogo più sacro alla religione ebraica e, esso stesso, muro residuo del Secondo Tempio di Gerusalemme, costruito oltre 500 anni  a.C.); un episodio di antisemitismo culturale di cui credo non  sia bene sottovalutare la portata politica, che non è certamente una questione di naming (il link per il testo della delibera lo trovate sotto; credo sia quello definitivo).
Leggo dal sito Italiano dell'UNESCO (ente internazionale, lo confesso, fino ad oggi a me noto praticamente solo per le pompose e spesso ovvie proclamazioni di appartenenza di qualche monumento o di qualche sito al Patrimonio dell'Umanità) che il preambolo del suo statuto reca questa ambiziosa affermazione: Poiché le guerre hanno origine nello spirito degli uomini, è nello spirito degli uomini che si debbono innalzare le difese della pace; e mi domando se l'UNESCO sia convinta di aver corrisposto a questo suo programmatico indirizzo negando, non foss’altro in nomine, fra faziosi ed ambigui preamboli e contro ogni logica ed elementare coscienza storica, l’ebraicità (e – per conseguenza – anche la cristianità) del luogo. Non a caso, credo, Benedetto Croce la definì, già nel 1950, “un’istituzione sbagliata”.
Preciso (ma ormai lo saprete tutti) che questa decisione è stata assunta dall'UNESCO su proposta del Sudan, col voto favorevole di 24 paesi (fra i quali Russia e Cina, oltre che, ovviamente, tutti i paesi islamici, sunniti o sciiti), col voto contrario di USA, Germania, UK, Olanda ed Estonia e con la vigorosa astensione di 26 paesi fra i quali, insieme a Francia e Spagna, l’Italia, spesso furbastra e poco dignitosa in politica estera, non ostanti le pretese di protagonismo.
Lasciando da parte il significato civile della manifestazione promossa da il Foglio, due parole sul suo svolgimento me le consentirete, nello spirito del…. debuttante che, magari, non calcherà mai più scenari simili: non so stimare quante persone affollassero la piccola piazza Firenze (sede della delegazione italiana dell’Unesco) peraltro anche parzialmente occupata da macchine parcheggiate: forse 300;  qualche politico di medio rango; nessun intellettuale noto (per lo meno a me; del resto si sa, Benigni è negli Usa e Celentano vive a Milano); diversi giornalisti de il Foglio (fra i quali, ovviamente, il direttore e il fondatore); folta rappresentanza della comunità ebraica di Roma; pochi amici di ebrei e di Israele (fra i quali io); pochi slogan, grande emozione, brevi discorsi molto civili, in molti hanno cantato l’inno di Israele (in ebraico). Non ho avuto ragioni per  rammaricarmi di essere sceso in piazza, per la prima volta, in età avanzata.
Roma 19 ottobre 2016



2 commenti:

  1. Buongiorno, una domanda dalla redazione de Il Foglio: possiamo pubblicare sul foglio questo suo intervento? Se si, me lo può confermare con una mail a nizza@ilfoglio.it? Grazie

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