domenica 3 luglio 2016

Spigolature / 6


Appunti da letture
(di Felice Celato)
Il Foglio, un quotidiano che leggo sempre molto volentieri – anche quando non ne condivido qualcosa – perché vi si respira l’aria – così rara nei nostri media – del pensiero non convenzionale (cioè sottratto alla cappa asfissiante del politically correct), da qualche tempo, per celebrare il suo ventennale, ha preso a ri-pubblicare alcune sue vecchie edizioni. [Mi viene in mente un mio vecchio professore di Italiano del liceo, un prete, che ci raccomandava spesso di leggere molti giornali; “non quelli appena usciti, aggiungeva pressappoco, ma quelli vecchi, di più di qualche anno: vedrete quante cose si imparano sui giudizi che formuliamo e quanto vi aiuterà a valutare nel tempo il peso dei nostri convincimenti che ci paiono tanto saggi sul momento!”]. E così, nel numero del week-end, stavolta Il Foglio ha ripescato un lungo intervento (del 2006) del filosofo inglese Roger Scruton[ I più fedeli lettori di questo blog ricorderanno che nel marzo del 2012 ne avevo segnalato un bel libro: Del buon uso del pessimismo]. Con una rapida ricerca d’archivio (potenza di internet!) sono riuscito a rintracciare l’intervento di Scruton su un’altra rivista che lo aveva a suo tempo anch’essa pubblicato [Il Foglio, per i vecchi articoli, non consente ancora – salvo mio errore – un link diretto alle sue pagine; e così ho dovuto cercare l’articolo nell’archivio di Tempi.it, del quale posso darvi il link (vedi sotto); titolo significativo: Quo vadis Europa? Quo vadis Italia?]; vale proprio la pena di leggere questo lungo articolo al quale Il Foglio ha dato, invece, questo titolo: L’Europa dorme nel rifiuto di sé. E’ ora che si svegli (sottotitolo: La nostra cultura non basterà a salvarci, abbiamo bisogno di un nuovo movimento che oltre alle radici giudaico-cristiane riscopra l’ironia e il perdono). E ne vale la pena perché Scruton vi affronta (siamo nel 2006) temi che sembrano ancor più attuali proprio oggi, dieci anni dopo: l’immigrazione, l’Islam, il nostro atteggiamento verso di essi, il multiculturalismo, la dispersa fierezza della nostra cultura, etc. [ Per quanto ovvio, avverto: non è necessario condividere integralmente ciò che si legge; ma è estremamente utile – quando chi scrive non usa la testa in funzione meramente otodiastasica – lasciarsi condurre sulle tracce di pensieri non banali.]
Non mi sentirei più me stesso se rinunciassi, data la materia, ad una citazione Ratzingeriana; e così, sotto, troverete anche il link (da chiesa.espressonline.it) per un memorabile (manco a dirlo!) discorso del Papa Emerito su L’Europa nella crisi delle culture (2005).
Buona lettura!
Roma, 3 luglio 2016

Da: Tempi.it

da: chiesa.espressonline.it





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