La
vedova di Zarepta
(di Felice Celato)
Appunti dalla camminata mattutina: chiesa di santa Maria in Via, Cappella del Pozzo. Sosta breve, di passaggio. Entra un
mendicante, messo proprio male: alto ma curvo, vestito sommariamente, pantaloni da donna a
fiori, di cotone, palandrana, ciabatte, faccia segnata da qualche rissa, piedi trascinati
pesantemente. Chiede l’elemosina rumorosamente ai devoti di santa Maria del
Pozzo (passanti, turisti, yuppies,
funzionari della vicina Presidenza del Consiglio, badanti e colf immigrate, qualche signora ben pettinata, un militare in divisa;
checché se ne pensi, c’è sempre una vasta umanità che passa dalla Cappella del
Pozzo!); tutti lo allontanano (devo dire: garbatamente; "ma stiamo pregando!
Dai, mettiti fuori della chiesa!").
Chiede ad alta voce una
bottiglietta d’acqua ( normalmente sono lì a disposizione, oggi non ce n'erano); l’addetto lo
allontana ( devo dire: con grazia): "non ce ne sono!"
Il mendicante ripete con voce alta
e impastata: "solo l’ acqua!".
Una orientale, forse una colf o
una badante o chissà, si alza, tira fuori dalla sua borsa di plastica una
bottiglia di plastica piena a metà di acqua e la porge al mendicante. Poi si
mette a piangere.
Fine della scena. Riprendo a
camminare. Fuori c’è un vento fresco, oggi; direi anche gagliardo.
Roma, 24 maggio 2016 ( forse il
Piave mormora ancora e magari ha ragione)
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