Bienvenidos
gringos!
(di Felice Celato)
Per
cominciare bene l’anno una buona notizia ce la dà Giuseppe Sarcina sul Corriere della sera di oggi (Digital
edition): “Cuba 2016, bienvenidos
gringos. Ripartono i voli di linea con gli USA”: cinquantasette anni dopo
la fuga negli USA di Fulgencio Batista, su un aereo carico di oro, l’aeroporto
della capitale cubana si prepara a ricevere i primi voli di linea delle
compagnia aeree americane: ora sono attesi dollari e investimenti, al seguito
dei turisti americani (quanti?
Addirittura venti-trenta milioni secondo alcune stime, forse un po’ eccessive,
commenta Sarcina).
Bene,
la notizia, anche se dà pure conto di qualche lentezza nel processo di disgelo,
è senz’altro buona e anche un po’ maestra: non solo perché lascia sperare
effetti positivi dal saggio esercizio del famoso soft power (che, di questi tempi, è l’unico serio sostegno anche per
l’accordo USA- Iran sul nucleare) ma anche perché dimostra la fondatezza di un
vecchio adagio di un economista (non ricordo chi fosse, per la verità) secondo
il quale per un paese è meglio avere un vicino ricco che un vicino povero.
Non
è il caso di avventurarci (nei postumi del Capodanno) nel complesso dibattito
sui benefici e sui malefici della disuguaglianza economica, ma confido che un po’
di apertura al mercato possa far bene ad un popolo (quello cubano) che della
economia socialista deve averne le tasche piene (Cuba ha un PIL pro-capite di
circa 10.000 $, un terzo di quello Italiano e il 117° al mondo sui 229 stati
censiti da World Factbook).
Roma,
2 gennaio 2016
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