Ponzio Pilato
(di Felice Celato)
Ho
appena finito, con grande soddisfazione, la lettura del libro di Aldo Schiavone
Ponzio Pilato – Un enigma fra storia e
memoria (Einaudi, 2016), segnalato, con una recensione molto lusinghiera,
da Galli della Loggia sul Corriere della
sera di qualche giorno fa.
Pilato,
come forse avranno notato i (per fortuna pochi) frequentatori di questo blog, è un personaggio dei Vangeli (ma
anche della storia, magari minore e periferica, dell’Impero Romano) che mi ha
sempre affascinato.
I
suoi comportamenti e la sua drammatica domanda (“E che cos’è la verità?”) vagamente diffidente e forse anche
biecamente pragmatica, me ne hanno fatto, ad un tempo, un’icona dello scetticismo e un testimone credibile dell’incredibile fascino di Gesù.
Schiavone,
anche sulla base delle migliori letture storiche, filosofiche e
storico-giuridiche (l’apparato bibliografico è imponente, per un libro di 150
pagine), lo ha attentamente studiato, delineandone i tratti psicologici con
grande efficacia, anche narrativa, arrivando fino a formulare la tesi di una
sorta di suggestionata complicità coll’itinerario di sottomissione del Cristo
alla tragedia della sua missione redentrice; fino al punto di sfiorare temi
teologici e filosofici di grande delicatezza (la libertà del Figlio di fronte al
disegno del Padre): “e così, io credo
– scrive Schiavone – che Pilato prese
atto di quale fosse la meta dove il suo inquisito voleva arrivare. Capì che
Gesù non era stoicamente superiore a quanto poteva capitargli. Che la sua non
era indifferenza di fronte alla fine, ma che vedeva invece con lucida passione
la morte sulla croce come l’unico esito possibile della propria predicazione,
l’ultimo cruciale atto della sua esistenza terrena, e non voleva a nessun
prezzo sottrarvisi…..e decise infine [Pilato] di accogliere l’inspiegabile volontà di chi gli stava innanzi”.
Come
che sia, il libro vale la lieve fatica di una lettura “al tavolo”. Un pregio
del testo, forse laterale, ma per me molto importante, è che durante la lettura
non mi è capitato mai di interrogarmi sulla appartenenza o sulla non
appartenenza dell’autore al mondo dei fedeli, pur essendo evidente il fascino
che su di lui esercita la figura di Gesù e la Sua vicenda fra storia e
religione.
Roma
27 gennaio 2016
Nessun commento:
Posta un commento