martedì 5 gennaio 2016

Quanti anni hai?

Numeri e canzoni
(di Felice Celato)
Da che mondo è mondo l’età degli uomini si misura in anni, in cicli solari o in primavere vissute (o in inverni, per i più cupi). E per un amante dei numeri quale io sono questo dovrebbe essere soddisfacente.
Ma l’età e anche un po’ la storia mi hanno insegnato che non tutti gli anni sono uguali, che il mondo intorno a noi cambia a ritmi irregolari e vorticosi e che, spesso, il numero non rende affatto l’idea dell’intensità degli anni: si pensi solo, per limitarci al "foro" esterno, ai cambiamenti che possono essere maturati fra il 1600 e il 1650 e li si paragoni a quelli fra il 1950 e il 2000. Così, un numero, che – rapportato alle aspettative media di vita – potrebbe apparire (temporaneamente) “rassicurante”, se fosse tradotto in un qualsiasi indice qualitativo potrebbe sgomentare. Il difficile sta però nel trovare un indice rappresentativo, che “pesi” anche, appunto, l’intensità oggettiva e soggettiva degli anni, come sarebbe per esempio quello dei Km percorsi da un’auto, che spesso contano più dell’anno di immatricolazione. Io non l’ho trovato, questo indice; ma mi pare di poterne approssimare il senso con questo piccolo esercizio, forse anche divertente: provate a leggere, per esempio, il testo di una popolare canzone dei tempi in cui siete nati e valutatelo guardandovi attorno, oggi.
Eccovi, sempre per esempio, alcuni brani del testo di una popolare canzone che si cantava, in Italia, pressappoco quando io nascevo (è stata composta prima ma si cantava ancora sul finire degli anni '40, perché, in fondo, la “sensibilità” del tempo era rimasta più o meno quella, non ostante la guerra):


Quando Rosa torna dal villaggio
sola sola e mesta in volto,
io la seguo, ma non ho coraggio 
di pregarla a darmi ascolto.
Dolce è la sera e lunga è  la via, 
a farla insieme men lunga saria.
Son fili d'oro i suoi capelli biondi
e la boccuccia odora,
gli occhi suoi belli sono neri e fondi 
e non mi guarda ancora.
Ho parlato al nostro buon curato 
che m'ha detto: "Figliol mio,
se l'amore in te non è peccato 
sarà pago il tuo desio".
Arde il mio core ma pura è la fiamma, 
amo lei sola, la casa e la mamma.
Son fili d'oro i suoi capelli biondi..etc
E l'ho vista uscir dalla chiesetta 
con un’aria di mistero,
io le ho porto l'acqua benedetta, 
m'ha sorriso e non par vero.
"Che buon curato" m'ha detto passando,
ed io le ho chiesto:"Ma quando, ma quando?"
Son fili d'oro i suoi capelli biondi….etc

…………
Mentre la stringo lei sussurra: "T'amo",
ed io rispondo: "Io moro"


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Bene; e ora la domanda è questa: ma, io, quanti secoli ho?

Roma 5 gennaio 2016


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