mercoledì 1 maggio 2019

Sollicitat numerus

Colori cangianti
(di Felice Celato)
Come forse sanno i miei lettori, sono un appassionato di statistiche e di indagini demoscopiche. Una fonte previlegiata e, mi pare, tecnicamente accurata, è costituita per me dal sito www.ourworldindata.com, fondato e diretto da Max Roser, un giovane economista e geo-scienziato tedesco della Oxford University (qui più volte citato) che ha dedicato le sue ricerche alla crescita e alla distribuzione delle condizioni di vita nel mondo. 
Così, in questo giorno dedicato al rosso (o, come io preferisco pensare, a san Giuseppe Lavoratore, maestro di santo silenzio), ho impiegato un po' di tempo a studiare i colori coi quali ourworldindata descrive la mappa del mondo per misurare, sulla base di ricerche demoscopiche, il grado di pazienza (e di altre "virtù sociali") diffuso fra i cittadini dei vari paesi del mondo (i colori indicano il grado di deviazione standard rispetto alle medie globali; e per questo sono cangianti a seconda del grado di deviazione). 
L’indagine è vasta e, chi vi avesse interesse, può leggerla (e guardarla) sul link sotto citato. Qui mi limiterò ad una super-sintesi focalizzata su alcuni dei parametri che mi sono sembrati più interessanti, riferiti ai paesi coi quali siamo soliti confrontarci (USA, Canada, Cina, UK, Germania, Francia, Spagna, Svezia). Data la pluralità degli indici e la complessità delle diverse misurazioni, mi limiterò ad un semplificato riassunto delle varie evidenze demoscopiche:

Stima della pazienza (la pazienza è definita come la disponibilità a rinunciare a qualcosa oggi in cambio di qualcosa in più, in futuro): l’Italia e la Spagna sono di gran lunga i paesi meno pazienti; USA, Canada, Svezia i più pazienti, insieme a Germania, UK e Francia.

Stima della reciprocità positiva (la reciprocità positiva è la disponibilità a rendere un favore): qui l’Italia se la cava meglio di Germania, Svezia e Francia, al livello più o meno di USA, Canada e UK ma ben sotto la Spagna e la gentilissima Cina.

Stima della reciprocità negativa (la reciprocità negativa è la volontà di trarre vendetta ove ci si ritenga trattati ingiustamente): qui siamo i più “arrabbiati” del campione da noi considerato, insieme alla Francia.

Stima dell’altruismo (inteso come disponibilità a donare, misurata quantitativamente e qualitativamente): qui siamo “buoni” più o meno come gli americani e i cinesi, più dei tedeschi, dei francesi, degli inglesi, degli spagnoli, degli svedesi e anche dei canadesi.

Stima della fiducia (intesa come tendenza ad attribuire agli altri le migliori intenzioni): qui andiamo maluccio, meglio dei francesi e tedeschi, ma assai peggio di americani, canadesi, cinesi, spagnoli e inglesi.

Se si potesse delineare uno “schizzo” da questo quadro sommario (ripeto: l’indagine è interessante e divertente e merita di essere consultata in diretta, sul sito apposito), direi che ci sentiamo, almeno a parole, altruisti e pronti a fare favori, ma siamo  impazienti, diffidenti e rancorosi (come direbbe il Censis).
Come tutte le indagini demoscopiche, anche questa va letta avendo coscienza dei limiti della rilevazione (sul sito ci sono ragguagli metodologici chiari) e, soprattutto, guardando la luna e non il dito di chi la indica.
Roma 1° maggio 2019 (festa di San Giuseppe Lavoratore)

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