Brain or guts?
(di Felice Celato)
A tre settimane dalle elezioni, mi sono sentito porre questa
domanda da un collega americano che conosce abbastanza bene il nostro paese: brain or guts? Come voteranno gli
Italiani, con la testa o con la pancia?
Poiché il quesito mi è stato posto da un attento lettore
della stampa (anche italiana), escludo che si volesse un riepilogo dei tanti
sondaggi che corrono, più o meno affidabili, sui giornali quotidiani o nelle
segreterie dei partiti; ho immaginato che la domanda facesse piuttosto appello
ad un generico tastamento di polso del paese, quasi come per sollecitare una
sintesi soggettiva, magari ragionata ma fortemente condizionata dal punto di
vista di chi la tenta. E così eccomi a sintetizzarvi il senso della mia
risposta: non lo so. Non lo so, anzitutto, perché le previsioni sono sempre
difficili….soprattutto quando riguardano il futuro (in Italia in particolare!);
ma, anche, non lo so perché è facile, in
questo contesto elettorale che per me ha un sentore di digitale decisività, confondere le legittime speranze che ciascuno
coltiva sul futuro del suo scassato paese con le valutazioni che un’osservazione
più obbiettiva della realtà (sociologica e antropologica) suggerirebbe come più
fondate.
Si può tuttavia tentare un ragionamento a voce alta, a valle
del quale magari ognuno potrà – se li condivide – riempire i ragionamenti di
aspettative, magari anche numeriche, se si è coraggiosi o incoscienti
abbastanza per volerle tracciare. E lo si può fare partendo dai temi che,
almeno nella mia visione, potrebbero essere quelli determinanti per la scelta della parte politica presumibilmente più idonea a farsene carico.
Secondo me all’attenzione della testa vanno posti quattro temi, decisivi per il nostro futuro: il
debito pubblico, la divergenza sistemica dall’Europa, la scarsa produttività
della macchina Italia e l’ammodernamento dello stato (a quest’ultimo proposito,
come sanno i miei lettori, a me verrebbe spontaneo dire il restringimento dello Stato; ma in questo contesto possiamo
accantonare il sogno ed accontentarci di un – più facilmente condivisibile –
semplice ammodernamento dello stato).
Sulla divergenza sistemica si veda l’ultimo aggiornamento del Superindice IBL curato da Paolo
Belardinelli e Nicola Rossi e pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni: quella di questa legislatura è stata una
storia di divergenza e non di convergenza.
Su queste quattro assolute priorità credo che ci sarebbe
larga coincidenza di opinioni fra coloro che decidessero di votare lasciandosi guidare dalla testa.
Sempre secondo me, invece, le pance saranno dominate da impulsi riguardanti l’immigrazione, la
paura (ovvero la sicurezza, compresa quella del lavoro), il bisogno di
protezione, il rancore scettico; e coloro che decidessero (si può dire così
anche in questo caso?) di affidarsi alla pancia,
prevalentemente, credo, sarebbero preda di essi, o di alcuni di essi (magari
anche non privi di ragionevoli radici). In un articolo insopportabilmente
teorico, due economisti (Armin Falk e Jean Tirole) hanno tracciato un quadro
tuttavia assai acuto della narrazione
come an interpretative framework allowing favorable
representations of actions and consequences as complying to moral standards,
when in fact violating these standards; e un giovane studioso
italiano (Fausto Panunzi, Macerata,
realtà à la carte, in lavoce.info)
giustamente applica lo schema della narrazione alla terribile vicenda di
Macerata e alle modalità con cui essa è divenuta una (potente?) arma di suggestione
politica. Io credo che le narrazioni (su questa come su ogni altra vicenda,
vera o mediatica, che abbia i requisiti, da qui al 4 marzo, per diventare
narrazione nel senso appena detto) avranno un grosso peso sulle pance, concentrando in sé tutti e
quattro i temi secondo me decisivi per il voto di pancia .
Conclusione: non lo so, come voteranno gli Italiani; magari
lo temo. Ognuno può valutare se sia ragionevole sperare nella prevalente presa – più o meno cosciente – delle ragioni della testa; o nell’efficacia delle suggestioni – più o meno incoscienti
– della pancia. Quello che mi pare
certo è che, se è vera la contrapposizione fra “ragioni” della testa e “impulsi”
della pancia, queste elezioni avranno un significato importante per il nostro
paese. Farsi gli auguri è d’obbligo!
Roma, 10 febbraio 2018
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