mercoledì 22 febbraio 2017

Letture ariose / 2

Von Hayek
(di Felice Celato)
Non so che rapporto voi abbiate con la lettura. Io credo di essere un “grande” lettore, nel senso che “consumo” molte letture, di varia natura; da sempre, ma tanto più ora che ne ho il tempo. Col crescere del mio (forse senile) disgusto del presente, ho finito per individuare anche due o tre filoni di letture….terapeutiche, di letture, cioè, alle quali attribuisco la funzione di tenermi lontano dallo sconforto che mi pervade quando mi soffermo ad osservare come va (o meglio: come a me pare che vada) il nostro mondo, il nostro mondo di Italiani, di Europei, di occidentali. I filoni classici di questa lettura terapeutica sono essenzialmente tre: i libri di storia, che aiutano a relativizzare il presente e le sue angustie; i libri di religione (soprattutto quell’immensa raccolta di riflessioni profonde e commoventi che costituiscono il corpus del pensiero di Benedetto XVI) che aiutano ad attribuire alla storia il senso che ha; ed, infine, le letture che io chiamo “ariose”, cioè quelle letture dove, qualsiasi ne sia l’argomento, aleggia un pensiero libero, disconnesso dai polifonemi del pensiero corrente, dagli slogan acritici, dall’abitudine  alle parole senza responsabilità di sé stesse, dai pregiudizi ideologici.
Bene: a questa ultima categoria di letture appartiene il breve saggio che Donald Boudreaux (Editore IBL Libri, 2017, titolo Hayek – L’essenziale) ha dedicato al pensiero di Friederick August von Hayek (1899-1992), austriaco, premio Nobel per l’economia nel 1974 ma, soprattutto, grande scienziato sociale del secolo scorso, spesso dimenticato, oscurato, forse, dal grande successo riscosso dal suo grande “rivale”, l’altro grande economista del ‘900 John Maynard Keynes.
In buona sostanza il libro si propone di esporre con chiarezza il pensiero liberale e liberista di Hayek, ripercorrendone i dieci punti fermi che più lo caratterizzano (dalla funzione del prezzo, alla rule of law, alla distinzione fra diritto e legislazione, ai cicli economici, all’inflazione, all’importanza della conoscenza e delle idee, etc).
Non ne tenterò, nemmeno per accenni, una sintesi; del resto il libro è di lettura  estremamente agevole, non solo per il contenuto numero di pagine (poco più di un centinaio), ma soprattutto per la grande capacità espositiva dell’autore che ne fa un testo certamente adatto anche a chi non dispone di grande cultura economica.
Tuttavia, per darne almeno un’idea, proverò ad esporre in breve il contenuto del primo capitolo (Come rintracciamo il senso in un mondo incredibilmente complesso) che mi è parso non solo una grande lezione di libertà e di liberalismo ma anche una geniale traccia di una piccola lezione che mi riservo di utilizzare quando tenterò, per la prima volta, di spiegare ai miei nipoti che cos’è l’economia. Dunque, dice Hayek per bocca di Boudreaux: provate a mettervi davanti ad un foglio di carta scritto a penna; un veicolo di comunicazione estremamente economico e  infinitamente più semplice del vostro PC o del vostro tablet; eppure, già esso un mezzo la cui vicenda economica è tanto complessa da non potere essere descritta in dettaglio se non utilizzando pagine e pagine per scomporre la catena di azioni ed interazioni che l’hanno generato e per mettere in fila la sequenza di conoscenze e di competenze che servono per produrne i due materiali essenziali: la carta e l’inchiostro. Provate ad immaginarla nel dettaglio: dalle risorse naturali che costituiscono la base di carta ed inchiostro, fino ai processi di estrazione, di trattamento, di lavorazione, di trasporto, di immagazzinamento, di distribuzione, etc.; il tutto, con impiego di ingenti risorse energetiche ed umane, dal mondo dell’agricoltura, della silvicoltura, dell’energia, dal mondo della progettazione e realizzazione dei macchinari, al mondo della produzione industriale, della logistica, etc. etc. etc.
Bene; ora provate a domandarvi: quale geniale pianificatore, quale stratega politico, quale mente umana avrebbe potuto organizzare quella così complessa catena del valore che ora porta davanti a voi un foglio di carta vergato d’inchiostro, dal valore unitario di qualche centesimo di euro, dopo aver coordinato e impiegato tante risorse provenienti dai più lontani paesi e così perfettamente incastrate fra loro da consentire l'output finale?  Chi ha assemblato tanti pezzi della catena produttiva, chi l’ha fatta girare, chi ha fatto incontrare tanti mondi economici, chi ha coordinato tutte le conoscenze necessarie; chi, se non lo scambio volontario regolato da un prezzo determinato dalla libera e diffusa ricerca dei rendimenti migliori e basato "solo" sul diritto di proprietà e sulla libertà di contratto?

Roma 22 febbraio 2017

Nessun commento:

Posta un commento