domenica 20 novembre 2016

Spigolature lessicali

Gli accozzati
(di Felice Celato)
Il coro delle vestali del politically correct, che mai non tace (anche dopo il trionfo di Trump), si accanisce oggi contro il premier Renzi “reo” di aver definito “accozzaglia” lo schieramento del No (al referendum, naturalmente).
Poiché – come sanno i miei lettori – considero decisiva l’igiene delle parole per una  minimale ecologia della convivenza, mi sono avventurato in una dilettantesca mini-ricerca lessicale sul termine accozzaglia che tanto scandalo sembra sollevare. Eccone i risultati: dal Devoto-Oli (Le Monnier,2013): raggruppamento indiscriminato e disparato, e per lo più sgradevole, di persone o cose. Nello stesso senso il Garzanti, che anzi sembra sorvolare sulla sgradevolezza.
Curiosamente accozzaglia condivide l’etimo con cozzare ma anche con coccia (A. Nocentini: l’Etimologico, edito da Le Monnier).
Il corrispondente termine latino (Conte, Pianezzola, Ranucci: il Latino, anch’esso edito da Le Monnier) sembra essere colluvio, che, per esempio, Livio usava per dire di una mescolanza disordinata di genti (colluvio gentium).
Francamente però, non ostante la mia forte antipatia per la più recente retorica Renziana, mi pare che la definizione ben si attagli allo schieramento del No (ovviamente visto da quello del Sì): che il ragguppamento fra D’Alema, Gotor, Bersani, Gasparri, Brunetta, Salvini, Grillo, Zagrebelsky (e Berlusconi) sia indiscriminato (privo di qualsiasi criterio di misura o di distinzione) e disparato (di diversa natura, aspetto, provenienza; eterogeneo) non mi pare dubbio; che sia anche considerato sgradevole (spiacevole dal punto di vista delle sensazioni e del gusto nonché sul piano dei rapporti umani) francamente mi pare accettabile – almeno dal punto di vista del Sì – non foss’altro considerando le storie politiche e culturali degli accozzati (messi insieme come capita, alla rinfusa) e anche (quando del caso) i loro comportamenti parlamentari sulla vicenda de qua.
Ammetto che il Vocabolario on-line della Treccani, alla voce accozzaglia, calca la mano sull’elemento della spregevolezza (turba confusa di persone spregevoli o massa discordante di cose), anche se la citazione che fa di Manzoni non mi pare dare evidenza a questa spregevolezza; più o meno sulla stessa linea lo Zanichelli che connota genericamente l’espressione accozzaglia di un intento spregiativo. Tuttavia, tirando le somme: se  anche qualche connotazione vagamente eccessiva c’era nell’espressione Renziana, suppongo volutamente (forse avrebbe potuto usare il più neutro guazzabuglio), stavolta il Premier  mi pare da assolversi pienamente, sia in relazione a ciò che ha effettivamente detto (vedi sopra) sia in relazione al clima della contesa (che dall’altra parte non risparmia eccessi verbali).
Bene: passata questa mezz’oretta sui dizionari, torno alle mie letture e allo sport (da divano).
Roma 20 novembre 2016


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