Gli accozzati
(di Felice Celato)
Il coro delle vestali del politically correct, che mai non tace (anche dopo il trionfo di
Trump), si accanisce oggi contro il premier Renzi “reo” di aver definito “accozzaglia” lo schieramento del No (al referendum, naturalmente).
Poiché – come sanno i miei lettori – considero
decisiva l’igiene delle parole per una
minimale ecologia della convivenza, mi sono avventurato in una
dilettantesca mini-ricerca lessicale sul termine accozzaglia che tanto scandalo sembra sollevare. Eccone i
risultati: dal Devoto-Oli (Le Monnier,2013): raggruppamento indiscriminato e disparato, e per lo più sgradevole, di
persone o cose. Nello stesso senso il Garzanti, che anzi sembra sorvolare
sulla sgradevolezza.
Curiosamente accozzaglia
condivide l’etimo con cozzare ma
anche con coccia (A. Nocentini: l’Etimologico, edito da Le Monnier).
Il corrispondente termine latino (Conte,
Pianezzola, Ranucci: il Latino,
anch’esso edito da Le Monnier) sembra essere colluvio, che, per esempio, Livio usava per dire di una mescolanza
disordinata di genti (colluvio gentium).
Francamente però, non ostante la mia forte
antipatia per la più recente retorica Renziana, mi pare che la definizione ben
si attagli allo schieramento del No (ovviamente visto da quello del Sì): che il
ragguppamento fra D’Alema, Gotor, Bersani,
Gasparri, Brunetta, Salvini, Grillo, Zagrebelsky (e Berlusconi) sia
indiscriminato (privo di qualsiasi
criterio di misura o di distinzione) e disparato (di diversa natura, aspetto, provenienza; eterogeneo) non mi pare
dubbio; che sia anche considerato sgradevole
(spiacevole dal punto di vista delle
sensazioni e del gusto nonché sul piano dei rapporti umani) francamente mi
pare accettabile – almeno dal punto di vista del Sì – non foss’altro
considerando le storie politiche e culturali degli accozzati (messi insieme come
capita, alla rinfusa) e anche (quando del caso) i loro comportamenti
parlamentari sulla vicenda de qua.
Ammetto che il Vocabolario
on-line della Treccani, alla voce accozzaglia,
calca la mano sull’elemento della spregevolezza
(turba confusa di persone spregevoli
o massa discordante di cose), anche se la citazione che fa di Manzoni non
mi pare dare evidenza a questa spregevolezza;
più o meno sulla stessa linea lo Zanichelli che connota genericamente
l’espressione accozzaglia di un intento spregiativo. Tuttavia, tirando le somme: se anche qualche connotazione vagamente eccessiva
c’era nell’espressione Renziana, suppongo volutamente (forse avrebbe potuto
usare il più neutro guazzabuglio), stavolta il Premier mi pare
da assolversi pienamente, sia in relazione a ciò che ha effettivamente detto
(vedi sopra) sia in relazione al clima della contesa (che dall’altra parte non
risparmia eccessi verbali).
Bene: passata questa mezz’oretta sui dizionari,
torno alle mie letture e allo sport (da divano).
Roma 20 novembre 2016
Nessun commento:
Posta un commento