La
Madonnina di Trastevere
(di Felice Celato)
Credo di aver accennato altre volte all’edicola
della Madonna davanti alla quale il vostro C.U.R. (Camminatore Urbano
Rimuginante) passa ogni mattina andando in ufficio. Si tratta di una piccola
edicola incassata nel muro difronte al Ministro della Pubblica Istruzione, sul
viale di Trastevere; piccola, dicevo, ma contornata di decine e decine di
piccole “tavolette” di marmo sulle quali ignoti devoti hanno fatto incidere, in
tempi diversi, anche recentissimi, i loro piccoli messaggi di devozione e di
gratitudine per qualche grazia chiesta alla Madonna. Messaggi semplici, molto
teneri, in gran parte; alcuni anche arricchiti di qualche citazione più
ricercata, dal Vangelo di Luca o anche dal canto XXXIII del Paradiso (Vergine madre, figlia del tuo figlio…).
La gente ci passa davanti frettolosamente, molti vi
rivolgono lo sguardo, alcuni recitano un’Ave Maria, altri si fanno il segno
della Croce e riprendono il cammino guardandosi intorno per rassicurarsi che
non siano stati notati in questa cura religiosa di altri tempi.
Qualche giorno fa vi ho notato un ex voto curioso; scritto a mano su una
specie di post-it giallo, fermato con
lo scotch, proprio sotto la piccola
statua della Madonna, a cavallo di due “tavolette” di marmo: Grazie, Madonna mia, mia figlia si è sposata.
Difficile non sorridere con tenerezza di fronte a
tanto ingenua devozione; la grazia
richiesta è – fin troppo evidentemente – almeno un po’ fuori moda: chi – nel
nostro mondo di evoluti cittadini del
mondo del III millennio, così moderni
e smaliziati, così laici nelle cose del costume, così femministi e saccenti– chi, dicevo, rivolgerebbe alla Madonna una richiesta
così…sorpassata come, in fondo, sembra essere diventato il matrimonio di una figlia?
Eppure il post-it giallo mi ha fatto andare il pensiero all’ignota devota
(chissà perché ho pensato che fosse una donna, una madre, di altri tempi…naturalmente) che magari, nell’ombra di una chiesa o
davanti alla Madonnina di Trastevere, ha portato a lungo davanti a Dio la sua
ansia per qualcosa che le sembrava mancare al
dovuto coronamento di un ingenuo progetto di vita di altri tempi. E che, di
questa sua ansia, ne ha fatto preghiera alla Madonna (intra’ mortali…di speranza fontana vivace), tanto sentita da pensare
di dover incollare il post-it per
grazia ricevuta, quando l’intenso desiderio si è realizzato, perché tutti
sapessero che la Madonnina di Trastevere si era volta ad ascoltarla. Ho pensato
anche alla figlia che forse nemmeno sapeva della preghiera così intensa della
madre (chi del resto, ai giorni d’oggi, senza essere clamorosamente deriso, confesserebbe
alla figlia di pregare per il suo matrimonio?) e che passando davanti
all’edicola e vedendo il post-it sorriderà
di quella devozione così superata, senza
nemmeno supporre di esserne l’ignara protagonista.
E ho pensato anche alla Madonna, in fondo la madre
di uno scapolone che aveva altro da
pensare che sposarsi: forse le sarà sembrato singolare, il desiderio della
devota, tanto da sorriderne Essa stessa.
Col vento e la pioggia di questi giorni, presto del
post-it non resterà nemmeno la
traccia. Ma magari qualcuno che ha fatto
in tempo a gettarvi uno sguardo se ne ricorderà quando avrà qualche altra ansia,
magari anch’essa fuori moda, da porre
davanti a Dio, che – questo si sa (o meglio: si sapeva) – non segue le mode.
Forse è proprio questa la funzione orizzontale di questi ex-voto: trasmettere un messaggio di
speranza intramondana aggrappata alla fede in Qualcuno che il mondo lo guarda
in silenzio, non indifferente, però, alle vicende che in questo si svolgono.
Roma 26 novembre 2016
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