venerdì 2 settembre 2016

Stupi-diario dell'incongruità

Fuori centro
(di Felice Celato)
Come forse ho già confessato su questo blog, da molti anni le mie giornate cominciano con l'ascolto di un paio di rassegne stampa: Radio Radicale ne fa una quotidiana - ottima - sia per la stampa italiana che per quella estera; ma per chi “proprio non sopporta i radicali” (e io non sono fra quelli), ce ne sono anche altre, con altri "difetti" peraltro, che, a me, le rendono veramente insopportabili (tipicamente: l'interazione telefonica di spesso sprovveduti cittadini che si improvvisano opinionisti, senza che nessuno abbia il salutare coraggio civico di dire: “senta, lei sta dicendo una scemenza!”). E l’ascolto avviene in parte mentre ancora giaccio sul letto, in parte mentre attendo alle cure mattutine; quindi con la più pacata disposizione di animo che si possa avere. Quest'esercizio - che quando non avevo tempo di sfogliare molti giornali ne sostituiva egregiamente la lettura - oggi, che di tempo ne ho, mi guida alla ricerca di articoli interessanti o curiosi che altrimenti magari mi sarebbero sfuggiti. E mi fa compagnia al risveglio, sia pure con un panorama di notizie e opinioni raramente incoraggianti, molto spesso deprimenti.
Bene: da qualche tempo ho maturato la convinzione che, però, l'esercizio non giova al mio benessere psico-fisico! Anzi, credo che sia all'origine di quella nausea da incongruità ambientale che mi accompagna fin da quando metto il naso fuori della porta.
Insomma, leggendo (o ascoltando ) fatti e commenti, fin dal primo mattino mi assale uno sgomento, appunto, da soverchiante incongruità, che poi non mi abbandona fino a sera e finisce per condizionare il mio (di solito pessimo) umore "politico".
Che cos'è l'incongruità? Dicesi incongruo qualcosa che, nei fatti, risulti – come dire? – scentrato, ovvero, meglio, "dominato da disordine e confusione, inadeguato, sproporzionato per difetto"; come, in realtà, costantemente mi appaiono - vengo all'eziologia delle mie nausee - tutte le modalità con le quali - da noi - leggiamo la realtà, la capiamo, la interpretiamo, tentiamo di commentarla o di comunicarla e (anche) di modificarla.
Non riusciamo più, secondo me, a non essere incongrui, sia che fingiamo di  occuparci dei grandi problemi che ci sovrastano (ricordate i tre cerchi concentrici, di cui al post del 29 giugno u.s.?), sia che ci sforziamo di gestire le piccole o grandi emergenze di ogni giorno: la nostra risposta è costantemente dominata da disordine e confusione, costantemente elusiva e inadeguata, per dirla col linguaggio del tressette, sempre "rispondiamo a coppe quando ci bussano a denari"; e, spesso, non per inadeguatezza intellettuale ma per miope scaltrezza politica che scambia il  contingente beneficio politico di una “bella” confusione attuale col permanente maleficio sociologico di una cosciente o incosciente distorsione della realtà prolungata nel tempo.
Fateci caso: noi siamo sempre “fuori-qualcosa”. Fuori tempo nel denunciare gli errori, fuori misura nel bilanciamento dei toni, fuori centro nell’indicare i problemi, fuori tema nel cercare le risposte, fuori pista nell’individuare i responsabili, fuori dalla realtà quando cerchiamo di capire il mondo, fuori controllo nel gestire le nostre risorse, fuori campo quando dovremmo far sentire la nostra voce, fuori corso quando assumiamo impegni, fuori causa quando c’è da cogliere le occasioni; spesso siamo anche fuori senno quando c’è da tributare audience e credibilità a chi proprio non la merita.
Ci siamo così abituati ad essere “fuori centro” che il centro ci pare un posto di insopportabile congruità.
Roma, 2  settembre 2016
PS: volete fare una prova sperimentale di quello che dico? Bene: ascoltate, per almeno giorni 3, i commenti all’ennesimo stop del nostro PIL. In due anni abbiamo perso due punti di PIL verso quello Europeo (fatti pari a 100 i due PIL, italiano ed europeo, al primo quadrimestre 2014, oggi il nostro è pari a 101,2 e quello europeo pari a 103,3; cfr. link sotto); ascoltate e poi mi saprete dire se c’è qualcuno che la racconta giusta.


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