L’oscurità divina di questo giorno
In questi giorni tristi del mondo, in questi giorni liturgici
della morte e del nascondimento di Dio, vale la pena di rileggere qualche passo
da una meditazione quaresimale dell’allora cardinale Joseph Ratzinger, dedicata
al Sabato Santo.
Sabato santo:
giorno della sepoltura di Dio; non è questo in maniera impressionante il nostro
giorno? Non comincia il nostro secolo a essere un grande Sabato santo, giorno
dell’assenza di Dio, nel quale anche i discepoli hanno un vuoto agghiacciante
nel cuore che si allarga sempre di più, e per questo motivo si preparano pieni
di vergogna e angoscia al ritorno a casa e si avviano cupi e distrutti nella
loro disperazione verso Emmaus, non accorgendosi affatto che colui che era
creduto morto è in mezzo a loro?
……L’oscurità
divina di questo giorno, di questo secolo che diventa in misura sempre maggiore
un Sabato santo, parla alla nostra coscienza. Anche noi abbiamo a che fare con
essa……..
C’è una scena
nel Vangelo che anticipa in maniera straordinaria il silenzio del Sabato santo
e appare quindi ancora una volta come il ritratto del nostro momento storico.
Cristo dorme in una barca che, sbattuta dalla tempesta, sta per affondare…… Dio
sta a dormire mentre le sue cose stanno per affondare, non è questa l’esperienza
della nostra vita? La Chiesa, la fede, non assomigliano a una piccola barca che
sta per affondare, che lotta inutilmente contro le onde e il vento, mentre Dio
è assente? I discepoli gridano nella disperazione estrema e scuotono il Signore
per svegliarlo, ma egli si mostra meravigliato e rimprovera la loro poca fede.
Ma è diversamente per noi? Quando la tempesta sarà passata, ci accorgeremo di
quanto la nostra poca fede fosse carica di stoltezza. E tuttavia, o Signore,
non possiamo fare a meno di scuotere te, Dio che stai in silenzio e dormi, e
gridarti: svegliati, non vedi che affondiamo? Destati, non lasciar durare in
eterno l’oscurità del Sabato santo, lascia cadere un raggio di Pasqua anche sui
nostri giorni, accompàgnati a noi quando ci avviamo disperati verso Emmaus
perché il nostro cuore possa accendersi alla tua vicinanza. Tu che hai guidato
in maniera nascosta le vie di Israele per essere finalmente uomo con gli
uomini, non ci lasciare nel buio, non permettere che la tua parola si perda nel
gran sciupio di parole di questi tempi. Signore, dacci il tuo aiuto, perché
senza di te affonderemo.
Roma 25 marzo 2015 (venerdì santo)
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