giovedì 2 ottobre 2014

Stupi-diario lungo

Ah! Les Italiens!
(di Felice Celato)
Questo stupi-diario è più lungo dei soliti; ne chiedo scusa, ma non so perché… mi pare che ci sia materia per stupirsi, in questi giorni!
Lo dividerò in due capitoli ed in una conclusione applicabile ad entrambi:
I
Leggo oggi sull’agenzia LaPresse questa stupefacente dichiarazione di Berlusconi: “A Renzi dico: minacciamo di riprenderci la sovranità monetaria!”.
Ora analizziamo attentamente la brillante idea. Delle due l’una: (1) il Cav intende dire: minacciamo una cosa tanto per minacciare qualcosa. Bene: in questo caso la minaccia è futile. Nessuno, infatti, minaccerebbe qualcosa lascando capire che si tratta di una mera minaccia! (2) oppure, il Cav intende dire : minacciamo di fare qualcosa e, se la minaccia non basta, facciamo quel qualcosa che abbiamo minacciato! Bene: in questo caso la minaccia è una sciocchezza; a meno che il Cav non pensi che costituisca una minaccia per qualcuno diverso dai cittadini Italiani il ritorno alla lira, espressione della nostra antica e sfortunata signoria monetaria.
Poiché però sono sempre stato convinto che il Cav meriti molto più rispetto di quello che gli ha riservato la sinistra per vent'anni (salvo poi trasformarlo in un fidato cripto-alleato) e che sia tutt'altro che uno sciocco, non posso che lasciarmi andare allo stupore, come  avviene sempre in questo “luogo”, ove si parte sempre dall’idea che nessuno sia sciocco (restando sempre aperti però alla prova contraria). 
II
Che l’Italia abbia da tempo perso le chiavi della propria auto e le cerchi lontano da dove le ha perdute (vedasi il post di un paio di giorni fa) è ormai dolorosa constatazione quotidiana. Ma non è facile rassegnarsi a vedere di giorno in giorno dissipare, nel rumore delle proclami altisonanti, anche quel “residuo fisso” di intelligenza che sempre ascrivo agli Italiani. Ci pensavo stamani sentendo alla radio il generale e trasversale consenso di cui godono queste affermazioni:
  • Ci vogliono più soldi per la scuola e per il welfare: troppo giusto, ovviamente!
  • Ci vogliono più soldi per arginare “il dissesto idro-geologico": e come si fa a dare torto a chi proclama questo mantra ad ogni pioggia, pardon, ad ogni “bomba d’acqua”?
  • Ci vogliono più soldi per investimenti pubblici per rimettere in moto l’economia: anche se non ci credo, non posso non consentire all’ovvietà che aumentando la spesa pubblica aumenta il PIL!
  • Ci vogliono più soldi per estendere la CIG e per proteggere al meglio i c.d. esodati: e chi potrebbe negarlo?
  • Ci vogliono più soldi per la tutela del nostro patrimonio artistico e naturale che, ovviamente, “tutto il mondo ci invidia”: chi se la sentirebbe di avanzare anche una sola obbiezione al riguardo?
  • Ci vogliono più soldi per porre un argine al decadimento delle nostre città e dei nostri centri storici: basta girare per Roma per convincersi che questo è un obbiettivo irrinunciabile, non negoziabile, urgente, indilazionabile, immarcescibile, direbbe Mussolini!
  • Si potrebbe continuare per ore ad elencare i punti di queste generalizzate convinzioni; ma fermiamoci qui.

Non capisco perché, se siamo tutti d’accordo, non tiriamo fuori questi soldi e la facciamo finita con questo clima di discordia che ci affanna!
O c’è qualcosa che mi sfugge?
La conclusione
Chi semina vento raccoglie tempesta, ammonisce la Bibbia! Continuiamo a propalare slogan vuoti di senso e di senso della realtà e, temo, presto ne raccoglieremo le conseguenze!

Roma 2 ottobre 2014

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