Le chiavi
dell’auto
(di Felice Celato)
Ho
letto su uno strano (e per certi aspetti interessante) libro di….filosofia
dell’economia (di Deirdre McCloskey: I
vizi degli economisti, le virtù della borghesia, IBLibri) una storiella che
provo a riraccontare:
Di notte, sotto un lampione che rischiara il buio, un
ubriaco, chino a quattro zampe, cerca affannosamente le chiavi dell’auto che ha
perduto.
Passa
di lì un amico che gli dice: “Che cosa cerchi?”
“Le
chiavi dell’auto” risponde l’ubriaco.
Allora
l’amico gli fa: ”Le hai perse qui?”.
“No
–risponde l’ubriaco – le ho perse laggiù”
E
l’amico: “Allora perché le cerchi qui?”
“Perché
laggiù è buio!” risponde l’ubriaco.
Ecco,
questa storiella (che nel libro si riferisce a certi tic degli economisti) mi
ha fatto pensare al nostro paese di questi tempi, agli affanni che ci diamo per
cercare dove è facile cercare ma impossibile trovare, ubriachi di chiacchiere,
ormai messi in ginocchio dai nostri eccessi, privi di lucidità e pronti ad
illuderci di trovare soluzioni facili (ora c’è anche la “geniale” trovata di
alcuni, peraltro rispettabili, intellettuali che stanno per lanciare un
referendum contro l’austerity!!),
senza più le chiavi dell’auto per ripartire.
Vabbè!
Per non pensarci sopra e rattristarmi in una bella giornata di caldo autunno,
mi sono messo alla finestra e ho fermato l’attenzione su quella che mi sembra
la più bella novità italiana di questi tempi: i pappagalli. Da diversi mesi
hanno preso a sfrecciare nei cieli romani dei coloratissimi e garruli
pappagalli che – non so perché – mi mettono allegria: in fondo eravamo
abituati, qui a Roma, ad uccelli in bianco e nero: gabbiani bianchi, piccioni
grigi e cornacchie nere. Ora abbiamo anche i pappagalli verdi e gialli! Dicono
le cronache che non sono di quelli parlanti. Meno male, non ne sentivamo il bisogno.
Roma
28 settembre 2014
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