L'eterno oggi di Dio è disceso nell'oggi effimero del mondo e
trascina il nostro oggi passeggero nell'oggi perenne di Dio
(Benedetto XVI, Omelia del Natale 2005)
(Benedetto XVI, Omelia del Natale 2005)
Cari amici e lettori,
eccoci qua a farci, per la nona volta su questo blog, gli auguri di Natale. Sono andato a rileggermeli, quegli auguri; e, certamente, il loro tono testimonia quanto andavamo dicendo qualche giorno fa sul tempo greve che abbiamo vissuto nel decennio che finisce; perché il Natale, per sua natura, è la festa del tempo e induce naturalmente a pensare al tempo in cui siamo immersi: il tempo della storia, “spaccato” dall’Evento (prima e dopo la notte di Betlemme); ma anche il tempo che viviamo, perché, per sempre, col Natale, l'eterno oggi di Dio è disceso nell'oggi effimero del mondo e trascina il nostro oggi passeggero nell'oggi perenne di Dio.
Eppure, ciò non ostante, non ostante che il nostro oggi passeggero sia stato “trascinato” per sempre nell'oggi perenne di Dio, ci troviamo a constatare che, come sempre e forse più che mai nella nostra breve esistenza, qui e ora, abbiamo bisogno di un Dio vicino, che riscalda il nostro cuore e risponde alle nostre attese più profonde (B.XVI, Natale 2007); perché forse, quest’anno, ci sentiamo più stanchi ed oppressi che mai; o forse perché, già nell’oggi perenne di Dio, non ancora siamo capaci di viverne appieno la luce.
Ma il già del Dio bambino di Betlemme, nel suo luminoso significato per la nostra umanità, dovrebbe esserci sovrabbondante per essere ogni giorno più ricchi di verità e di reciproca carità.
Questo è il senso della notizia che il Natale rinnova ogni anno e che chiede solo di essere riconosciuta.
Auguri a tutti di riconoscere la verità in mezzo alla confusione dei giorni.
Roma 23 dicembre 2019
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