martedì 1 ottobre 2019

Letture forse indispensabili

Una sfidante alternativa
(di Felice Celato)
Torniamo seri: l’altro giorno scherzavamo con le fantasie oniriche; oggi – dicevo – torniamo seri. E lo facciamo con un libro che, già nel titolo, contiene un messaggio, più che solo serio, spiacevole (ma vero): Nessun pasto è gratis, di Lorenzo Forni (Il Mulino, 2019,  meno di 150 pagine, ebook).
Come del resto dice anche il sottotitolo del libro (Perché politici ed economisti non vanno d’accordo), l’autore si impegna – secondo me con grande efficacia – a rendere ragione di quella banale contrapposizione che vede, forse da troppo tempo, i politici bersagliare gli economisti con strali di discredito, spesso assai rozzi, scagliati ogni volta (da noi accade quasi tutti i giorni) che ad essi (agli eletti) vengono ricordate le leggi insuperabili – perché meramente logiche – che legano fra di loro alcune grandezze economiche; e che gli eletti, invece, vorrebbero sottoposte solo alle esigenze del loro consenso.
Forni si adopera per rendere chiare queste  relazioni anche a chi economista non è, implicitamente facendo sua una alternativa sfidante ma seducente: se con gli eletti non si riesce a ragionare (si badi bene: non perché non capiscano; alcuni di essi sono, talora, tutt’altro che sprovveduti. Il fatto è che la loro ottica – il  tweet di stasera, il consenso di domani, le elezioni di dopodomani, etc – confligge strutturalmente con leggi che necessariamente si auto-impongono in tempi medi o lunghi ma svincolati da tali cadenze); se – dicevo – con gli eletti non si riesce a ragionare, perché non provare con gli elettori
Certo non con tutti: il libro, per sua natura, si sforza di semplificare e di spiegare ma richiede pur sempre al lettore non specialista un minimo di attenzione. Ma, coi più volenterosi, si può sempre tentare, perché la conoscenza è anche un cardine dei propri doveri civici, fra i quali rientra – primario – quello di saper fare il proprio mestiere, anche di semplice elettore.
Queste leggi insuperabili sono infatti tutte quelle legate alle caratteristiche  logiche di certe grandezze macroeconomiche che, necessariamente, fra di loro si aggiustano nel tempo, ricomponendo forzatamente ( e dolorosamente) quello che gli eletti pretendevano (edonisticamente) di eludere. 
Queste leggi insuperabili sono i tanto disprezzati vincoli di bilancio: ora, ci sono vari vincoli di bilancio. C’è il vincolo di bilancio del singolo consumatore, quello dello Stato, quello di un paese nei confronti dei non residenti. Quello del singolo consumatore è quello familiare che affrontiamo tutti i giorni. Quello dello Stato riguarda il fatto che se le spese pubbliche sono superiori alle entrate si crea un disavanzo, e quindi un debito, che prima o poi andrà ripagato. Quello estero è simile. È il vincolo in base al quale se importiamo di più di quanto esportiamo stiamo accumulando debito nei confronti dei non residenti, che prima o poi dovremo ripagare. Tutti questi vincoli di bilancio, che sono poi interrelati tra loro, vanno rispettati. Cioè, quello che in economia è possibile, lo è se soddisfa i vari vincoli di bilancio. Chiariamo subito un aspetto importante: il vincolo di bilancio agisce nel tempo (è «intertemporale», come dicono gli economisti). Si può spendere più di quello che si produce indebitandosi per un certo periodo [N.B. Il debito pubblico Italiano era, nel 1970, pari al 37% del PIL; oggi è pari a circa il 134% del PIL], ma prima o poi questo processo deve trovare una correzione. Ad un certo punto bisognerà cominciare a consumare meno di quello che si produce per ripagare il debito contratto…. Sfuggire al vincolo di bilancio non è possibile. ….In realtà se ogni volta che una politica viene proposta ci si chiedesse che implicazioni ha sul vincolo di bilancio, avremmo già fatto molti passi in avanti. Se tutti accettassimo l’idea che il vincolo di bilancio esiste e va rispettato, molte delle proposte fatte dai politici perderebbero immediatamente di credibilità.
Ecco: questo è il senso del bel libro di Forni (che ho riletto in questi giorni per astrarmi dalle chiacchiere sulla Nota di Aggiornamento del DEF). Ripeto: la sua lettura è estremamente utile per i (volenterosi) digiuni di economia; utile anche per chi vuole, invece, solo ripassarla anche partendo da esperienze concrete (fra l’altro c’è anche una breve Appendice tecnica fatta molto bene); ma – oso dire – indispensabile per ogni buon elettore che voglia dirsi cosciente di quello che fa.
Roma 1° ottobre 2019 (Santa Teresa del Bambino Gesù; a chi non lo ha fatto, suggerisco la lettura de La leggenda del santo bevitore, stupendo racconto dell’ebreo Joseph Roth, del quale Teresa di Lisieux è silente protagonista)


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