sabato 20 aprile 2019

Buona Pasqua!

La festa della Chiesa
(di Felice Celato)
Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto”: così dice Maria di Magdala agli Apostoli, dopo che, di buon mattino (quando era ancora buio), vide per prima che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Curiosamente, nel giorno della Pasqua di Resurrezione la pericope evangelica di quest’anno liturgico (Giov. 20, 1-9) non ci dice nulla della Resurrezione se non che gli Apostoli non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè Egli doveva risorgere dai morti.
Dicevo che la scelta di tagliare lì, al nono versetto, il racconto del capitolo 20 di Giovanni, può apparire curiosa, nel giorno in cui la Resurrezione viene celebrata. Ma, pensandoci meglio, mi è venuto di cogliere in questa scelta una specie di profetica enunciazione di una perenne condizione del fedele: in fondo, senza la completezza della Rivelazione, non capiremmo dove l’hanno posto, il corpo del Giusto che gli uomini hanno crocefisso; ne cercheremmo una spiegazione umana (dove l’hanno posto), forse ne “troveremmo” una…dietrologica (i Romani, gli zeloti, gli altri ebrei o un gruppo di discepoli, chissà?). Ci mancherebbe ancora la spiegazione della Chiesa, che non l’ha trovata da sé (non avevano ancora compreso la Scrittura) ma che essa stessa l’ha ricevuta, direttamente dal Risorto.
Ecco, quest’annuncio (il cuore del kèrygma) è la ricchezza della Chiesa: Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? scrive san Paolo nella Lettera ai Romani (10,14-15).  Tutto il resto, del patrimonio affidato alla Chiesa, conta assai meno: se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede, dice ancora san Paolo (in 1 Cor. 15, 14); è per questo che dobbiamo, noi tutti fedeli così lontani dagli Eventi, tenerci aggrappati a questo depositum fidei, anche quando la barca con la quale naviga le onde della storia sembra scossa da onde tempestose: Il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto (dall’ultima udienza generale di Papa Benedetto XVI).
Per questi pensieri, auguro a tutti noi di sentire la Pasqua di Resurrezione, oltreché come festa della vita rigenerata, anche come festa della Chiesa, che in questo momento – come in tanti della sua lunga storia – ha forse anche bisogno di sapere che i suoi figli la sentono e la vogliono come roccia fedele. 
Roma, 20 aprile 2019



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