lunedì 3 dicembre 2018

Il Ministero della Solitudine

Moltitudini di soli
(di Felice Celato)
Forse a qualcuno dei miei lettori non era sfuggita la notizia (da me invece completamente mancata) che la Premier conservatrice dell’UK, Teresa May, dal gennaio di quest’anno, ha istituito un Ministry for Loneliness, per farsi carico dei problemi di social isolation che affliggono – così pare – una parte significativa dei cittadini del Regno Unito. Come nota Quartz – il news website che distribuisce la newsletter Obsessions”dalla quale ho appreso la notizia, qualche giorno fa – può apparire curioso che il nostro mondo iper-connesso soffra di un problema tanto grave di social isolation da doverlo considerare una sorta di “malattia”, tanto diffusa e grave da determinare, nella popolazione, un incremento del tasso di suicidi e del consumo di oppiacei: pare che il 75% dei medici inglesi dichiari di ricevere ogni giorno fra uno e cinque pazienti il cui principale disturbo sia la loneliness, la solitudine, appunto. E pare anche – leggo sempre su Obsessions– che in molti altri paesi (dall’Australia al Giappone, dagli Usa alla Danimarca) stiano prendendo sul serio il problema. 
Anche se, per istinto, mi fa venire l’orticaria solo l’idea che la solitudine del cittadino possa essere oggetto dell’attenzione di uno stato come il nostro (già mi vedo, chessò, le certificazioni necessarie per ottenere l’attestazione “SNV” – cioè di Solitudine Non Volontaria– alla quale sarebbero sicuramente connessi i benefici più disparati, magari anche l’esenzione dal canone Rai,  che tanto piacerebbe agli elettori), mi viene invece spontaneo credere che l’isolamento e la solitudine esistenziale come fenomeni sociologici sarebbero da prendere sul serio anche in Italia (ove mai fossimo capaci di prendere sul serio qualcosa di serio); magari non dallo Stato ma da un “corpo intermedio” (chiamatelo come volete, forse anche common collaborativo,alla Rifkin) che sappia rendersi sensibile a questo male oscuro del nostro vivere sociale; che, in fondo, si medica anche con un supplemento di umanità. 
[Il Rapporto annuale 2018 dell’Istat dedica molte pagine (buona parte del lungo capitolo 3) all’analisi di reti e relazioni sociali nell’Italia di oggi; può essere interessante sfogliarle per farsi anche un’idea (per qualche aspetto consolante) di quegli “ammortizzatori” della solitudine costituiti dalle reti relazionali, parentali e amicali].
Come che sia da inquadrarsi il fenomeno della solitudine nei suoi profili sociologici (anni fa mi colpì molto una DeRitiana definizione della nostra società come moltitudine di soli), mi pare probabile che essa affondi le sue radici nell’intreccio fra due dinamiche per natura assai diverse: da un lato, lo sfarinamento economico della nostra società (è fatale che di solitudine soffrano maggiormente le classi economicamente più deboli, presso le quali la social isolation si colora spesso di solitudine materiale, fatta di difficoltà economiche e di fatica del vivere quotidiano); dall’altro lato, su un piano più profondo, mi pare operi lo smottamento valoriale centrato sul sé e sui suoi desideri, sulla ricerca instancabile ...di novità, ostentata come realizzazione della libertà (una specie di selfie esistenziale che porta sempre in primo piano, molto ingrandito, il nostro volto sorridente, escludendo ciò che, prima di metterci in posa, ci stava davanti); uno smottamento del quale può apparire più difficile cogliere la relazione causale con la solitudine ma che, invece, mi pare proprio alla sua radice: in fondo la solitudine (sia essa cercata o subita) si nutre del rinserramento in sé stessi (sia esso scontroso o – temporaneamente – sereno).
Per un caso fortuito, proprio mentre mi accingevo a scrivere queste righe, mi è capitato sott’occhio un articolo del Corriere della sera di ieri: La solitudine dell’impresa (di Dario Di Vico)….Tempi di solitudini, individuali e collettive. Per fortuna ci sono…gli Esercizi di compagnia (de amicitia o de senectute?) di cui abbiamo già parlato qualche anno fa (post del 25 ott 2015).
Roma 3 dicembre 2018

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