venerdì 28 settembre 2018

Cronaca (quasi) sportiva

Ryder cup
(di Felice Celato)
Non l’abbiamo mai fatto, su questo blog: ma, per una volta, facciamo un’eccezione, occupiamoci di sport.
E’ appena cominciata, a Parigi, la Ryder Cup. [Per i non addetti “ai lavori”: la Ryder Cup è una competizione di golf, che si svolge ogni 2 anni, alternativamente una volta negli USA e una volta in Europa. Stavolta a Parigi, nel 2022 a Roma, anzi a Guidonia, in un campo che – manco a dirlo – “tutto il mondo ci invidia”, anche, se per ora, i necessari lavori di adeguamento delle strutture – more solito– non sono ancora cominciati. Essa consiste nella sfida fra due squadre, composte dai migliori giocatori Statunitensi ed Europei, 12 per ogni squadra, che si affrontano in sfide individuali o a coppie, secondo le complicate formule di gioco del golf. L’Italia, quest’anno, è rappresentata dal suo miglior giocatore, Francesco Molinari. Per intenderci: si tratta, credo, del terzo evento mondiale per importanza dei diritti televisivi (dopo i campionati del mondo di calcio e la Formula 1); il che significa che la Ryder è seguita, in diretta, in America e in Europa (ma  anche in Cina, India, Giappone, etc.), da diverse centinaia di milioni di appassionati e non appassionati. Sul campo di gioco, lungo le 18 buche regolamentari, sono presenti, nei 3 giorni di gara, circa 300.000  persone.]
Bene: perché la Rider Cup mi interessa e mi appassiona? Non solo perché sono uno scarso giocatore di golf, che sogna di avere lo swing di Tiger Woods o di Sergio Garcia; ma anche perché è l’unica competizione sportiva di risonanza mondiale dove l’Europa è rappresentata, unitariamente, come squadra, sotto la bandiera stellata che riunisce questa folla di stati e staterelli Europei, nel frattempo avviati a non più riconoscersi in quella bandiera (o per lo meno a non più amarla e rispettarla come ha meritato e tuttora merita).
La seguo – la Ryder – dal divano di fronte alla TV, quest’anno munito di un piccolo carillon (che mi è stato regalato recentemente e che aziono ad ogni punto segnato dalla nostra squadra) dal quale risuonano le note dell’Inno alla Gioia di Beethoven, notoriamente (vero?) l’Inno dell’Unione Europea.
Confesso che la fruizione della diretta televisiva, quest’anno, ha anche il terapeutico effetto di occupare lo spazio temporale di solito destinato alla lettura dei giornali, con grande vantaggio per la mia serenità umorale, gravemente compromessa dalla cronaca del nostro presente.
Il pronostico sportivo è sempre difficile, particolarmente nel golf, sport complicato e spesso sorprendente; e – se proprio ci si volesse avventurare nel pronosticare il vincitore – dovrei dire che la squadra USA ha, forse, maggiori probabilità di vittoria; ma non importa! Ciò che mi “fa sognare” è l’idea di una squadra Europea riunita sotto un'unica bandiera, l’unica, credo, che nella sua storia non ha guerre civili, anzi ha solo memorie di pace interna ed esterna; la bandiera che riunisce popoli diversi, che parlano lingue diverse, che possono rivendicare anche antichi lignaggi culturali ma che si sono riconosciuti in un’idea di comunità unificata non solo dalla vicinanza geografica e dalla comune sazietà di discordie ma anche dalla comune volontà di abbattere ogni frontiera interna; di omogeneizzare le differenze che per secoli li hanno trascinati in guerre fratricide; di fondare un territorio comune ove persone, idee, merci, servizi, capitali, possano circolare liberamente e di regolare i loro scambi attraverso una moneta comune; di farsi governare da organismi comuni che armonizzino progressivamente anche le (declinanti) discipline nazionali. Un posto, l’Europa, dove ogni persona di buon senso desidererebbe di vivere e di convivere, anche migliorando continuamente, con temperanza ed intelligenza, i modi attraverso i quali la convivenza si può fare più fruttuosa.
W la squadra Europea di Ryder Cup, dunque, a dispetto di chi, dall’una e dall’altra sponda dell’Atlantico, lavora quotidianamente perché essa non abbia più ragione di riconoscersi in un'unica bandiera e in un unico inno.
Roma 28 settembre 2018


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