Sulla via di Damasco
(di Felice Celato)
Ho scritto ieri e non ci
sarebbe motivo per dare di nuovo il tormento ai miei pazienti lettori. Ma,
purtroppo, c’è oggi, impellente, un’urgenza: devo chiedere solennemente scusa a
tutti!
Lo so, non ho mai parlato di
politica politicante su questo blog; è vero mi sono occupato, con
piacere e ribrezzo, della società in cui viviamo immersi, presumendo di
conoscerla bene per averla (troppo) a lungo frequentata e anche studiata (ma,
del resto, quale pesce non si sentirebbe esperto di acqua?); ho formulato giudizi,
spesso severi, su fatti e tendenze (raramente su persone) della nostra società,
civile e politica; ho persino lasciato capire senza mezze parole di essere un
convinto liberale ed un cattolico magari un po’ fuori dell’attuale mainstream;
ho espresso ratzingeriana fiducia nella ragione degli uomini e completa
sfiducia nei miti che per loro confezionano politici e politicanti. Tutto
questo ho fatto - lo riconosco - nella presunzione di capirci qualcosa di ciò
che ci sta attorno. E quindi di avere un buon motivo per parlarne.
Bene, oggi ho scoperto che
queste, che credevo essere i piccoli meriti di queste conversazioni civili e non
pretenziose, sono in realtà mie
autentiche colpe; perchè, in realtà, non avevo mai capito un fico secco di
tutto ciò che ho appena rassegnato (società, politica, uomini, idee). Che cosa
- o meglio: chi - mi ha aperto gli occhi? Chi mi ha, con un disarcionante lampo
improvviso ed accecante, rivelato l’abisso nel quale sono vissuto per anni e
dove forse avrei trascinato qualcuno di voi se, per assurdo, qualcuno di voi mi
avesse seguito nelle mie opinioni?
Ve lo dico subito: Pierluigi
Bersani. E come ha fatto, il vecchio comunista non trinariciuto, l’efficiente
amministratore di stato, lo spiritoso leader politico ormai (apparentemente)
spento, il rifondatore della sinistra Italiana, ad aprire gli occhi a questo
vecchio (e stanco, lui sì, davvero) liberale impenitente?
La risposta la trovate sul Corriere
della Sera di oggi, nel colloquio-intervista che gli ha strappato Monica
Guerzoni; ne riporto testualmente il passo rivelatore (l’argomento è quello,
eterno, della riforma elettorale per l’elezione prossima ventura; poi si
ricambia): Raccontatelo voi giornalisti, dice accorato Bersani, non
ci sono più i liberali in Italia. La borghesia di un tempo, che fine ha fatto?
Poi dicono che si è radicalizzato Bersani.....io sono rimasto un liberale.
E io non avevo capito
niente! Di Bersani, di quello che rappresenta, del liberalismo, dell'Italia, di dove andiamo, di ciò di cui abbiamo urgente bisogno!
Scusatemi! Scusatemi! Scusatemi! A mia parziale discolpa: forse, senza renderemene conto, io sono
sempre stato comunista (come Bersani un liberale); e, quindi, magari qualche paraocchio l’avrò anch’io indossato!
Senza saperlo, ovviamente; come è accaduto a molti comunisti.
Roma 11 ottobre 2017
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