I regolamenti militari
(di
Felice Celato)
L’avevo
già citato, questo vecchio libro letto in giovinezza e poi perduto: La trahison dès clercs, Il tradimento
dei chierici, di Julien Benda. L’ho ritrovato in ebook – sia pure in edizione in lingua francese – perché mi piace
conservarne la memoria profetica che, mai come oggi, mi duole sentir
riecheggiare nella sua sconsolante attualità.
L’argomento
è quello del ruolo degli intellettuali (i custodi e i tutori dei valori
universali, secondo il filosofo Francese, che li chiama perciò “chierici”) di fronte alle esigenze della
politica.
Per
darvi un’idea del contenuto del libro (scritto fra le due grandi guerre)
basterà riportarvi il significativo racconto che costituisce la premessa alla prima
edizione del libro (1927) e il commento che ne fa brevemente l’Autore: Leone
Tolstoi, allora ufficiale dell’esercito russo, vedendo un suo parigrado colpire
duramente un soldato solo perché non allineato durante una marcia, si rivolse
sdegnato al collega dicendo: “Che fai?
Non ti vergogni di trattare così un tuo simile? Non hai letto il Vangelo?” “E tu – si sentì rispondere – non hai letto i regolamenti militari?”
Questa – commenta Benda [la traduzione è
mia] – è la risposta che deve attendersi
sempre l’uomo spirituale che vuole governare le cose del mondo. E questo mi
pare inevitabile: quelli che conducono gli uomini alla conquista delle cose non
sanno che farsene della giustizia o della carità.
E tuttavia – dice ancora il filosofo
Francese (e questo è il cuore del libro) – mi
pare importante che esistano degli uomini che – anche se ci si fa beffe di loro
– richiamano i propri simili ad altre religioni che non siano quella delle cose
del mondo. Ora, questi ai quali
faceva carico questo ruolo – che io chiamo i chierici – non solo non se ne
curano più ma addirittura si fanno carico del ruolo opposto…..invitano gli
uomini a burlarsi del Vangelo e a leggere i regolamenti militari.
Bene,
fin qui Benda che scriveva quando forse i regolamenti militari incarnavano il senso delle cose del mondo. Oggi forse, più che ai regolamenti militari, verrebbe naturale contrapporre i valori dello spirito (affidati, nella visione
di Benda, agli intellettuali) alla regola del consenso, la moderna maestra di quelli che conducono gli uomini alla
conquista delle cose.
Ci
pensavo stamane leggendo con raccapriccio l’intervista che il direttore del
quotidiano dei Vescovi Italiani, Marco Tarquinio, ha rilasciato al Corriere della Sera per commentare, con
malcelata soddisfazione, la sintonia raggiunta (su tre quarti dei grandi temi) col leader del Movimento 5 Stelle
(M5S) a sua volta vastamente intervistato da Tarquinio stesso su Avvenire di oggi stesso: credo che il M5S debba aggiustare il tiro
sulla politica estera e lavorare per un rilancio della casa comune europea,
nota il direttore di Avvenire; ma per il resto, mi pare di capire ci siamo: finalmente
il pusillus grex di noi cattolici,
grazie al quotidiano dei suoi Pastori, ha trovato un suo punto di riferimento
politico!
Molti
auguri al nostro Paese!...e ai suoi Pastori (io, però, come sempre, di belare dietro
ad essi belanti non me la sento proprio; politicamente, s’intende!).
Roma
19 aprile 2017
Nessun commento:
Posta un commento