sabato 15 aprile 2017

Pasqua 2017


Auguri!
(di Felice Celato)
Eccoci qua, un’altra Pasqua arriva, come sempre ricca di significati che, ciascuno di noi diversamente, sentiremo dentro, secondo i nostri sentimenti e i nostri personali bisogni di risurrezione. Quelli di noi che sono credenti, li affideranno al Risorto perché li purifichi e ci aiuti a trarne frutti di bene (per questa e per l’altra vita); quelli che credenti non sono, pur tuttavia – ne sono convinto – di un rinnovamento profondo sentiranno anch’essi bisogno, perché a nessun uomo – credo – spetta il previlegio di sentirsi pienamente soddisfatto di sé. E in fondo da sempre (forse da 3000 anni) questa festa primaverile allude ad una perenne rigenerazione e anche ad una liberazione verso una terra promessa, verso un paese bello dove scorrono latte e miele.
Anche nella nostra dimensione di cittadini del mondo non possiamo non sentire, tutti insieme, l’insoddisfazione per come stiamo utilizzando le straordinarie opportunità dei nostri tempi. La grande confusione che viviamo collettivamente, ogni giorno leggendo e vedendo quel che accade intorno a noi, sembra anch’essa postulare l’urgenza di una resurrezione profonda, direi di una palingenesi, che cancelli le scorie di torti e ragioni che agitano i nostri rancori e ne fanno un’arma micidiale della quale facciamo ancora fatica a misurare la potenza distruttiva.
In questa prospettiva il desiderio di resurrezione oltrepassa allora la sua intima dimensione personale e diventa forse un’istanza del mondo. Dell’umanità, si direbbe meglio, così tornando al significato più profondo della Pasqua cristiana; perché essa non è la festa di un Risorto ma la promessa attuale di una Resurrezione universale, offerta a tutti e ciascuno, già e non ancora.

Quest’anno la festa di Pasqua ha anche per me uno speciale significato, coincidendo, la data di domani, col 90° compleanno del papa emerito Benedetto XVI, di una persona alla quale nel tempo ho affidato gran parte dei miei…aggiornamenti spirituali (e – perché no? – spesso anche culturali).
Nel rileggere, come esercizio del triduo pasquale, alcuni scritti di papa Benedetto XVI sono tornato a constatare quanto la nostra sensibilità di cristiani del 3° millennio debba a questo maestro della fede, a questo cristianissimo difensore della ragione, a questo intellettuale dall’animo mite e dalla mente lampante che ha saputo guardare fisso al cielo e, al mondo, con occhio fedele, con attenzione trepidante ed aperta, con straordinaria fiducia nel Logos e nella potenza dell’Amore.

Perciò all’affettuoso augurio di resurrezione per tutti noi, amici e lettori di questo blog, aggiungo un modestissimo augurio di buon riposo al papa della mia…. tarda maturità.

Roma, 15 aprile 2017

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