Auguri!
(di Felice Celato)
Eccoci
qua, un’altra Pasqua arriva, come sempre ricca di significati che, ciascuno di
noi diversamente, sentiremo dentro, secondo i nostri sentimenti e i nostri
personali bisogni di risurrezione. Quelli di noi che sono credenti, li
affideranno al Risorto perché li purifichi e ci aiuti a trarne frutti di bene
(per questa e per l’altra vita); quelli che credenti non sono, pur tuttavia –
ne sono convinto – di un rinnovamento profondo sentiranno anch’essi bisogno,
perché a nessun uomo – credo – spetta il previlegio di sentirsi pienamente soddisfatto
di sé. E in fondo da sempre (forse da 3000 anni) questa festa primaverile
allude ad una perenne rigenerazione e anche ad una liberazione verso una terra promessa, verso
un paese bello dove scorrono latte e miele.
Anche
nella nostra dimensione di cittadini del mondo non possiamo non sentire, tutti
insieme, l’insoddisfazione per come stiamo utilizzando le straordinarie
opportunità dei nostri tempi. La grande confusione che viviamo collettivamente,
ogni giorno leggendo e vedendo quel che accade intorno a noi, sembra anch’essa
postulare l’urgenza di una resurrezione profonda, direi di una palingenesi, che
cancelli le scorie di torti e ragioni che agitano i nostri rancori e ne fanno
un’arma micidiale della quale facciamo ancora fatica a misurare la potenza
distruttiva.
In
questa prospettiva il desiderio di resurrezione oltrepassa allora la sua intima
dimensione personale e diventa forse un’istanza del mondo. Dell’umanità, si
direbbe meglio, così tornando al significato più profondo della Pasqua cristiana;
perché essa non è la festa di un Risorto ma la promessa attuale di una
Resurrezione universale, offerta a tutti e ciascuno, già e non ancora.
Quest’anno
la festa di Pasqua ha anche per me uno speciale significato, coincidendo, la
data di domani, col 90° compleanno del papa emerito Benedetto XVI, di una
persona alla quale nel tempo ho affidato gran parte dei miei…aggiornamenti
spirituali (e – perché no? – spesso anche culturali).
Nel
rileggere, come esercizio del triduo pasquale, alcuni scritti di papa Benedetto
XVI sono tornato a constatare quanto la nostra sensibilità di cristiani del 3°
millennio debba a questo maestro della fede, a questo cristianissimo difensore
della ragione, a questo intellettuale dall’animo mite e dalla mente lampante
che ha saputo guardare fisso al cielo e, al mondo, con occhio fedele, con attenzione trepidante ed
aperta, con straordinaria fiducia nel Logos e nella potenza dell’Amore.
Perciò
all’affettuoso augurio di resurrezione per tutti noi, amici e lettori di questo
blog, aggiungo un modestissimo
augurio di buon riposo al papa della mia…. tarda maturità.
Roma,
15 aprile 2017
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