sabato 13 febbraio 2016

Stupi-diario episcopale

Rispettosi silenzi
(di Felice Celato)
Una premessa: come tutti i lettori di questa rubrichetta sanno, lo “stupi” che figura nel suo stesso titolo non deriva da “stupido” ma da “stupore”, ancorché l’etimo delle due parole sia lo stesso. Detto ciò vengo allo stupore episcopale.
Con tutto il rispetto che volentieri sento di dovere ad ogni esponente gerarchico della Chiesa di cui faccio orgogliosamente parte, mi pare che il vescovo Galantino propenda per enunciazioni talora intese a piacere alla (prevalente ) opinione dei politici, secondo un costume che non ho mai amato in nessuno: ”Per rispetto al Parlamento preferisco non parlare” ha detto – con scarsa solidarietà istituzionale – il segretario della CEI (secondo i giornali) dopo che il Presidente della stessa CEI, cardinale Bagnasco, era stato bruscamente rimproverato (dal solito coro dei “veri laici democratici” puri e duri ) per aver espresso la sua convinzione che il voto di coscienza fosse il più appropriato per materie come quella in discussione al Parlamento (unioni gay ed adozioni laterali). Anche il Presidente del Consiglio, sdegnato, si è esercitato in una brusca ovvietà: “sarà Grasso a decidere sul voto segreto, non la CEI!” E chi ha mai preteso il contrario?
Lascio da parte il merito della questione sul quale ho già detto quello che penso; e vengo invece all’opinione (anzi alla non-opinione) di mons. Galantino: dunque, nel paese che immagina il segretario della CEI, il Parlamento non può ricevere richieste o critiche da chicchessia; e se questa richiesta (o critica) viene dalla Conferenza episcopale di cui Galantino è segretario,  questa è una mancanza di rispetto.
Ora credo di sapere che in Italia (ma forse mi sbaglio!) ognuno può esprimere la propria opinione, non solo sugli attesi comportamenti del Parlamento e dei politici, ma anche sulle azioni o sulle non-azioni o sulle semplici opinioni delle maggiori istituzioni (dal Presidente della Repubblica a quello del Senato o della Camera, da quello del Consiglio dei Ministri a quello della Corte Costituzionale o del Consiglio Superiore della Magistratura); senza che ciò integri nessuna mancanza di rispetto ad alcuno. E per fortuna, sennò ogni giorno di che riempiremmo i giornali?
Si potrebbe dire (sento già il distinguo dei “veri laici democratici” puri e duri): Bagnasco può parlare a titolo personale, come cittadino italiano (e grazie della concessione!); ma non come presidente della Conferenza Episcopale.
Risponderebbe qualsiasi persona dotata di buon senso (semplice e costituzionale): ma come? Possono parlare, e di fatto parlano assai spesso, a nome della loro associazione, il Presidente della Confindustria, quello dell’Associazione Bancaria, quello dei Consumatori e persino quello dei Calciatori, o quello dell’Arci-Gay, o quello dei Coltivatori Diretti, o quello di Magistratura Democratica, senza che nessuno ravveda nelle opinioni di questi “una mancanza di rispetto” verso questa o quella istituzione di cui si richiede o si biasima l’intervento o il non-intervento; e il presidente della Conferenza Episcopale no? e perché no?
Dunque, secondo me, il “rispetto” che mons. Galantino ostenta per l’istituzione Parlamento (che è abituata a ben altre pressioni...assai più efficaci di quelle dei Vescovi)  mi pare francamente, appunto, ostentato e perciò inopportunamente enunciato.

Roma 13 febbraio 2016

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