Luce e verità
(di Felice Celato)
Eccoci
dunque, ringraziando Iddio, ad un nuovo Natale, alle speranze, alle promesse,
alle attese, agli auguri, che ogni Natale porta con sé.
Per
i Cristiani, il Natale è una festa di luce, annunziata nella luce: il popolo che camminava nelle tenebre ha
visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una
luce si è levata (Is. 9,1); ci
visiterà un sole che sorge dall’alto per risplendere su quelli che stanno nelle
tenebre e nell’ombra di morte (Lc.1, 78-79); la gloria del Signore li avvolse di luce (Lc. 2,8). Non a caso –
credo di ricordare da letture di tanti anni fa – la tradizione cristiana ha
fissato la nascita del Salvatore all’inizio di un nuovo ciclo della luce dal
solstizio d’inverno verso l’espansione del ciclo annuale del sole; non
diversamente da come gli ebrei celebrano la loro Festa delle Luci (Channukkah) nello stesso periodo o da
come facevano gli antichi romani con la celebrazione del Sol invictus che con l’inverno riprendeva, appunto invitto dalle
tenebre, il suo cammino verso il massimo del fulgore. Del resto, anche per i
non credenti – che pure vivono nella storia di una civiltà che da quel Natale
conta il tempo – il Natale è forse una svolta comunque luminosa, fra l’anno che
si chiude e quello nuovo che si annuncia; anche a loro il Natale porta, forse,
una vaga speranza di palingenesi, come fosse un frutto dell’attesa di
primavera.
Bene,
a questa luce (o Luce) del Natale va il mio pensiero augurale per noi tutti.
Ciascuno
di noi vive immerso nelle esperienze della sua vita nel suo tempo esistenziale
e cerca per sé, nel suo tempo, la sua luce come antitesi del buio in cui tanto
spesso ci capita di sentire e vita e tempo. E dunque tutti, credo, possiamo
augurarci che il Natale porti a tutti tanta luce: luce sulla nostra rotta di ogni giorno, nel nostro viaggio sul mare della storia, spesso oscuro
ed in burrasca (come scriveva Benedetto XVI); luce sul cammino incerto e
confuso del nostro Paese che vaga alla ricerca del pozzo buono da cui attingere
per ritrovare il se stesso che si è perduto; luce sul nostro mondo, che avrà
pure conosciuto tanti periodi più bui dei presenti, ma che a noi, oggi, hic et nunc, ci pare comunque
sufficientemente oscuro da farci intensamente invocare un po’ di luce.
La
strada verso la luce è fare la verità, come dice il Vangelo secondo Giovanni
(3,21); e dunque auguriamoci che l’anno di luce che invochiamo per noi tutti
sia anche un anno di verità.
Ci
manca tanto, mi pare, anche la verità, compagna della luce e nemica del rumore!
Dunque
il Natale porti a noi tutti luce e verità!
Non
è poco quello che chiediamo per tutti con quest’augurio; ma è senz’altro
qualcosa che è alla portata di un vero
Natale, se solo ne fossimo tutti profondamente toccati!
Roma,
23 12 2015
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