Salutari spremute di melograno
(di Felice Celato)
Piazza
Campo dei Fiori, ore 11,30; come dopo ogni messa festiva, avvicino il solito
immigrato del Bangladesh che distribuisce (costose ma buonissime) spremute di
melograno, pubblicizzandole in italiano ed inglese come ottime e salutari (healtful and very very good, ripete a macchinetta mentre spreme i succosi
frutti). In fila per essere serviti, un gruppo di giovani americani discute
sulla salubrità della rossa bevanda. Non potendo trattenermi – come al solito,
direbbe mia moglie – dal fare lo spiritoso, domando ai giovani americani se
sarebbero pronti a credere che io ho 92 anni e che devo il mio (presunto)
aspetto giovanile alla quotidiana bevanda di melograno.
L’intenzione
della blanda spiritosaggine era, speravo, evidentemente, quella di far
sorridere, nella presunzione che i quasi 30 anni di meno di quella veneranda
età sarebbero stati sufficienti, appunto, a far sorridere, nell’attesa della bevanda.
Con
mia dolorosa sorpresa, invece, tutti gli americani si sono complimentati per il
mio aspetto assai (almeno spero) più giovanile di un novantaduenne! E c’è stato
anche chi mi ha augurato di arrivare in questo stato ai non lontani cento anni.
Confesso
che ci sono restato un po’ male e che ho dovuto accogliere con sincera
contrizione i borbottii di mia moglie, del tipo: “così impari a fare lo
stupido!”
Roma,
6 aprile 2015
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