Tesorucci e tesoretti
(di Felice Celato)
Se
dovessi (con naturale auto-indulgenza) definire il mio atteggiamento normale
verso la vita dovrei dire che di solito è ironico e anche, sempre di solito,
disposto a cercare buone ragioni per restare tale.
Sicché
non so rassegnarmi ad una certa saturnina inclinazione all’irritazione che da
qualche tempo, come i lettori di questo blog
avranno notato, mi pervade: bizzosità senile? depressione primaverile? Boh?!
Vedremo, vedremo se l’estate….. e, naturalmente, la taumaturgica Expo, avranno
gli effetti almeno umorali che spero.
Intanto
però eccomi a confessarvi l’orticaria del giorno.
Dunque,
digrignando i denti davanti allo sciupio di intelligenza (if any) e buon senso (if any)
che ci consegnano le deplorevoli discussioni - fra i tanti
“tesorucci” della nostra politica - sul cosiddetto "tesoretto", eccomi a farvi un esempio
semplificato delle ragioni del contendere: supponiamo che una piccola impresa a
conduzione familiare (chessò, l’esercizio di un bed & breakfast) preveda di incassare quest’anno 78.000 euro
(badate che i pochi numeri che seguono, ancorché evidentemente inventati e
sommari, non sono del tutto casuali, come si può vedere sotto, in nota); ma che
sappia di doverne spendere, per l’esercizio dell’anno, almeno 82.000, con una
perdita (o un disavanzo) prevista di 4.000 euro.
La
nostra famigliola imprenditrice avrebbe o no ragione di preoccuparsi e di
restare preoccupata e tesa per tutto l’anno? Sì o no?
Bene:
ora però, passata Pasqua, il capofamiglia pensa che, un po’ per il bel tempo,
un po’ per l’Anno Santo, forse le cose potrebbero andare lievemente meglio e che, quindi,
con un po’ di ottimismo, si potrebbero rivedere appunto in meglio le attese della stagione: invece di 78.000 euro, può ora sperare di incassarne diciamo 78.200! Ferme
restando, però, le spese a 82.000 euro.
Ora
ditemi voi che siete di umore meno malmesso del mio: sarebbe non dico saggio ma
almeno semplicemente sensato se il nostro piccolo imprenditore si ponesse,
frettoloso, il problema di come spendere i 200 euro in più che ora prevede (o
forse solo spera) di incassare?
Mah! Venendo al nostro “tesoretto”, mi viene solo da dire, rubando le parole a uno scrittore irlandese di qualche
tempo fa, this is the country, un paese dove ci si contende persino ciò che solo si spera.
Roma
14 aprile 2015
Nota: per i pignoli, un sommario ragguaglio numerico, sulla base del DEF: PIL previsto nel 2015,
diciamo 1640 €mildi; entrate previste dello Stato 47,9% del PIL, cioè 785
€mildi; uscite previste dello Stato (compresi interessi) 50,5% del PIL, cioè
827 €mildi; disavanzo previsto dello Stato 2,6%, cioè 42 €mildi. Valore del
cosiddetto “tesoretto” 0,1% del PIL cioè 1,6 €mildi. Salvo errore e/o omissione.
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