martedì 14 aprile 2015

Stupi-diario dei tesorucci

Tesorucci e tesoretti
(di Felice Celato)
Se dovessi (con naturale auto-indulgenza) definire il mio atteggiamento normale verso la vita dovrei dire che di solito è ironico e anche, sempre di solito, disposto a cercare buone ragioni per restare tale.
Sicché non so rassegnarmi ad una certa saturnina inclinazione all’irritazione che da qualche tempo, come i lettori di questo blog avranno notato, mi pervade: bizzosità senile? depressione primaverile? Boh?! Vedremo, vedremo se l’estate….. e, naturalmente, la taumaturgica Expo, avranno gli effetti almeno umorali che spero.
Intanto però eccomi a confessarvi l’orticaria del giorno.
Dunque, digrignando i denti davanti allo sciupio di intelligenza (if any) e buon senso (if any) che ci consegnano le deplorevoli discussioni - fra i tanti “tesorucci” della nostra politica -  sul cosiddetto "tesoretto", eccomi a farvi un esempio semplificato delle ragioni del contendere: supponiamo che una piccola impresa a conduzione familiare (chessò, l’esercizio di un bed & breakfast) preveda di incassare quest’anno 78.000 euro (badate che i pochi numeri che seguono, ancorché evidentemente inventati e sommari, non sono del tutto casuali, come si può vedere sotto, in nota); ma che sappia di doverne spendere, per l’esercizio dell’anno, almeno 82.000, con una perdita (o un disavanzo) prevista di 4.000 euro.
La nostra famigliola imprenditrice avrebbe o no ragione di preoccuparsi e di restare preoccupata e tesa per tutto l’anno? Sì o no?
Bene: ora però, passata Pasqua, il capofamiglia pensa che, un po’ per il bel tempo, un po’ per l’Anno Santo, forse le cose potrebbero andare lievemente meglio e che, quindi, con un po’ di ottimismo, si potrebbero rivedere appunto in meglio le attese della stagione: invece di 78.000 euro, può ora sperare di incassarne diciamo 78.200! Ferme restando, però, le spese a 82.000 euro.
Ora ditemi voi che siete di umore meno malmesso del mio: sarebbe non dico saggio ma almeno semplicemente sensato se il nostro piccolo imprenditore si ponesse, frettoloso, il problema di come spendere i 200 euro in più che ora prevede (o forse solo spera) di incassare?
Mah! Venendo al nostro “tesoretto”, mi viene solo da dire, rubando le parole a uno scrittore irlandese di qualche tempo fa,  this is the country, un paese dove ci si contende persino ciò che solo si spera.
Roma 14 aprile 2015


Nota: per i pignoli, un sommario ragguaglio numerico, sulla base del DEF: PIL previsto nel 2015, diciamo 1640 €mildi; entrate previste dello Stato 47,9% del PIL, cioè 785 €mildi; uscite previste dello Stato (compresi interessi) 50,5% del PIL, cioè 827 €mildi; disavanzo previsto dello Stato 2,6%, cioè 42 €mildi. Valore del cosiddetto “tesoretto” 0,1% del PIL cioè 1,6 €mildi. Salvo errore e/o omissione.

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