domenica 19 agosto 2018

Sidestream

Parole
(di Felice Celato)
Seppelliti i morti, non è certo seppellito il dolore di chi ha perso congiunti nella terribile e incomprensibile tragedia Genovese. Esso è destinato, naturalmente, a sopravvivere a lungo nei recessi di animi che resteranno per sempre segnati dalle lacerazioni di perdite “innaturali”, come lo sono, sempre, tutte quelle che ci strappano d’improvviso affetti naturalmente destinati a sopravviverci (penso sempre ai genitori che, nel tempo del morire, si vedono sorpassati dai figli) o ad accompagnarci nel cammino della vita (penso a figli, mogli o mariti che vedono scomparire d’improvviso il sostegno affettivo e magari anche materiale delle loro vite). Requiescant in pace coloro che se ne sono andati e pace trovino, con l’aiuto di Dio, coloro che restano nel dolore.
Si disseppelliscono invece, sempre con rabbia, anche i remoti riflessi del nostro modo di guardare al mondo; e, con essi, i borborigmi di polemiche violente, fuori tempo, fuori luogo, spesso fuori senso. Non è assolutamente il caso di entrare, qui, in alcuna di esse, quand’anche si disponesse di qualche conoscenza specifica nelle materie che accendono i furori.
Allora, assolutamente fuori mainstream (e per questo ci siamo titolati sidestream), mi pare utile fornire ai miei (per fortuna) pochi lettori uno strumento di comprensione che ai più – e specie ai più rumorosi – sembra mancare: vediamo in parole semplici (e quindi con tutte le approssimazioni che spesso la semplificazione richiede) che cos’è un concessionario dello Stato, in particolare un concessionario di opera pubblica.
Per non allontanarci troppo dalle nozioni facilmente attingibili su un comune dizionario (stavolta, eccezionalmente, usiamo la Enciclopedia Treccani) vediamo come viene delineata, fra le altre, la nozione (concessione amministrativa) che qui interessa: La concessione è l’atto amministrativo con cui la pubblica amministrazione consente al concessionario l’uso di risorse e/o l’esercizio di attività non disponibili da parte dei privati e riservate ai pubblici poteri. Si distinguono, come tipi principali: la concessione di bene pubblico; la concessione di servizio pubblico; la concessione di opera pubblica[…..] La concessione di opera pubblica attribuisce il diritto di costruire e di gestire opere quali strade o autostrade. In taluni casi si ha una concessione mista, come nel caso della concessione aeroportuale, che consente l’uso di un bene demaniale (il cosiddetto sedime aeroportuale), la costruzione dell’aeroporto e la gestione dei servizi e delle altre attività aeroportuali.
La sua funzione economico-finanziaria può meglio essere compresa riflettendo sul termine internazionale, che la descrive con l’acronimo B.O.T. (Build, Own and Transfer, cioè Costruisci a tue spese, Possiedi, ovvero gestisci, e, poi,  quando il periodo della concessione finisce, Trasferisci gratuitamente al concedente l’opera che hai realizzato a tue spese). L’istituto della concessione ha conosciuto in Italia una particolare fortuna nei decenni passati attraverso diverse concessioni di servizio (per esempio per la realizzazione – alcuni decenni fa – di opere diffuse sul territorio come gli uffici postali o le caserme dei Carabinieri o i tribunali) e anche attraverso concessioni di opere pubbliche (B.O.T.) quali, per esempio attualissimo, le autostrade.
In sostanza lo strumento serviva non solo a disporre di risorse tecniche altamente specializzate e focalizzate sull’opera da realizzare (tipicamente un’infrastruttura) ma anche ad interporre, fra lo Stato ed essa opera, il veicolo della concessionaria la quale, sotto il continuo controllo dello stato-concedente, per fare il suo mestiere, si indebitava in luogo dello stato (quindi senza gravare sullo stock di debito pubblico), potendo disporre per un certo numero di anni – come fonte di rimborso – dei pedaggi che gravano sull’utente e non sul contribuente (come avviene, per esempio, per le strade comuni dove ciascuno ha “pagato” per ogni strada come contribuente pur, magari,  essendo utente di solo alcune di esse). Talora il prefissato numero di anni di gestione veniva, in corso di concessione, esteso a fronte della realizzazione di altre opere non previste nell’originario programma della concessione (ma, così, finanziate con lo stesso meccanismo). 
Il veicolo del concessionario (come si vede, ad un tempo, veicolo tecnico e finanziario) poteva essere una società ad hoc sotto il controllo azionario indiretto dello Stato (le famose autostrade dell’’IRI, controllate prima dall’IRI poi dalla finanziaria Italstat), ovvero una società totalmente privata, magari quotata in borsa, come avvenne per la società Autostrade quando lo Stato decise – a seguito del c.d. accordo Andreatta / van Miert del 1993 – di avviare un denso programma di privatizzazioni per ridurre lo stock di debito degli ex Enti di gestione (IRI, ENI, Efim). 
La speranza di questa breve nota è solo quella di offrire un piccolo strumento di comprensione in mezzo al grande rumore.
Orbetello 19 agosto 2018

NB: Ai lettori tenaci torno a segnalare un bel libro di qualche anno fa sulla storia dell’Autostrada del sole: La strada dritta, di Francesco Pinto, edito da Mondadori, segnalato qui il 2 settembre 2011 (7 anni fa, quando lo spread era a 330 b.p), nel contesto di un post intitolato Olimpiadi 2020.







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