giovedì 26 luglio 2018

Ex ante

Sic transit gloria mundi
(di Felice Celato)
Sic transit gloria mundi, si potrebbe dire se si guardasse con occhi meta-storici alla vicenda umana e professionale del dott. Marchionne, che tanta impronta di sé ha lasciato, invece, nella storia dell’acciaccata industria da noi “percepita” nostrana quando già da un pezzo doveva operare su un mercato globale.
Senonché il paese, così denso di umanità decaduta e di intelligenze spente, ci ha offerto anche un campione di codardi oltraggi e di borborigmi, accanto – bisogna riconoscerlo – ad entusiasti (e magari affrettati) “coccodrilli. Non è certo il caso di diffonderci, qui, aggiungendo la nostra alle tante giudicanti opinioni che sono fiorite sulla stampa, anche – per fortuna – per opera di penne esperte e di menti lucide che hanno saputo leggere la dimensione storica delle scelte del dott. Marchionne, per l’azienda che gli era stata affidata dagli azionisti, ma non solo per essa.
Vorrei invece cogliere la occasione per una considerazione laterale e non consueta fra i nostri (tanti) “opinionisti” istantanei e nemmeno “popolare” fra quelli (pochi) più riflessivi ma pur sempre pronti alla pratica del saccente giudizio ex-post, di solito decontestualizzato.
Purtroppo chi – in qualunque ambito, aziendale o non; su qualunque scala, locale o globale; in qualunque tempo, quieto o movimentato – è pagato per operare ha, per definizione, una visuale corta ed incerta; l’ex-ante è il canone dominante del necessario suo operare. Certo, si può essere naturalmente più o meno lungimiranti, più o meno acuti nel valutare scenari futuri, evoluzioni e tendenze; ma il futuro, chiaro, lo vede solo Iddio; sempre, ma soprattutto in un mondo che cambia così in fretta. Alcuni possono intuirlo (e se hanno fortuna sono ricordati come lucidi visionari); altri possono mancarlo, magari vistosamente (e se hanno questa sfortuna diventano, nel facile opinionismo quotidiano, visionari scriteriati). Ciò che si deve giudicare ex-ante, in azienda, in politica, in ogni attività umana, persino in agricoltura, non è certo un puro guessing, un indovinello privo di punti di riferimento (diversi dalla curva di Gauss) che sono la guida del ben decidere. Ma i punti di riferimento si muovono anch’essi e – nel buio del futuro – la stella che pareva fissa spesso si muove nel cielo e disorienta il navigante (la storia, del resto, è piena di disruptive innovations che hanno sconvolto la prevedibile evoluzione del progresso; ma più semplicemente, in un mercato competitivo, anche gli altri – i concorrenti – si muovono e i loro movimenti possono non essere scontati).
E tuttavia, come dicevamo, l’arte di decidere ex-ante non  è un puro indovinare; è anch’essa una sintesi di diverse competenze tecniche (analitiche, proiettive, congetturali, etc) e di attitudini mentali adeguatamente aperte allo studio costante ed al confronto, attente alle vie di fuga e al rischio calcolato, preparate alle confutazioni in corso d’opera e ai conseguenti (eventuali) aggiustamenti di rotta; competenze ed attitudini che, tutte insieme, tentano di razionalizzare il futuro e di cogliervi un percorso possibile, alla luce delle (sempre limitate) variabili che si riescono a  considerare. Insomma: decidere è tutt’altro che facile… specie quando si decide sul futuro, e quindi ex-ante, come avrà senz’altro sperimentato per una vita intera il dott. Marchionne. Ex-post è tutto infinitamente più facile, direi alla portata di qualsiasi imbecille (beh! non esageriamo: almeno della maggioranza di essi); e sicuramente di qualsiasi sapiente commentatore postumo di altrui decisioni.
Il futuro – ovviamente – rimane sempre incerto nei mercati del mondo e può validare o sconfessare strategie come pure imporre nuovi aggiustamenti di rotta; ma lo scorcio di storia che è già trascorso ha dimostrato che il suo mestiere, il dott. Marchionne, lo fatto come pochi avrebbero saputo, in un contesto estremamente difficile nel quale – fra i mille frastuoni di coloro che sanno guardare solo al “come si è sempre fatto” – era arduo prendere decisioni straordinarie, appunto, di portata storica. Ex ante, naturalmente.
Roma, 26 luglio 2018


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