venerdì 10 novembre 2017

Non letture

Recensione di un libro non letto
(di Felice Celato)
Attenzione! Non sto avventurandomi nel campo, da noi molto affollato, delle recensioni scritte da chi non ha letto il libro che recensisce. L’ho fatto una sola volta, quando ero all’ultimo anno di liceo, per un’amica che si fidava molto delle mie letture senza temere le mie (allora incoscienti) capacità di improvvisazione ed esposizione (si trattava dell’Ulisse di James Joyce); e ancora me ne ricordo con vergogna (accentuata dal successo scolastico dell’operazione di contrabbando culturale).
Stavolta la dinamica è totalmente diversa: affascinato dal titolo, ho acquistato – appena uscito – il libro A difesa del mercato. Le ragioni morali della libertà economica (Cantagalli, 2017). Nel contesto del prevalente orientamento ecclesiale, il titolo mi faceva pensare ad una doverosa ribellione alla moda che tanto suggestiona  molti vescovi italiani (anche quelli che poi scrivono sull’ammaccato giornale della Confindustria); anche perché – qui sta la prima ragione della particolare attrattiva suscitatami – il libro è scritto da un prete americano (Robert A. Sirico) impegnato da tempo in questioni di politiche pubbliche (così recita la sua breve biografia in copertina) e co-fondatore di un think-tank americano dal promettente nome Acton Institute for the Study of Religion and Liberty. Ebbene: letta la prefazione, ho deciso, repentinamente, di non affrontare la lettura del testo vero e proprio; non perché si profilassero delle tesi (per me) irritanti (alla mia età, si sa, una certa dose di irritabilità è fisiologica, anche se, nel mio caso, con qualche inclinazione all’ eccesso), bensì per la ragione opposta. Quel ragionare, quel linguaggio, sin dalla prefazione, mi parevano in gran parte il mio ragionare e il mio linguaggio; quel pensiero e quelle sensibilità che andavano delineandosi sin dalla prefazione mi sembravano l’eco del mio pensiero di laico, per situazione personale, formazione e cultura; ancorché di un laico innamorato della Chiesa e del suo eterno messaggio. Un laico che, certamente, ha frequentato il mondo dell’economia, magari più a lungo del p. Sirico, non foss’altro per ragioni di età; e che non ha mancato di riflettervi intensamente, dal di dentro, in diversi contesti ambientali, professionali e in tempi (purtroppo) ormai assai dilatati.
E qui è nata la crisi, di coscienza, direi: perché - mi sono detto - dovrei accettare che un prete perda il suo tempo (il tempo sottratto a Dio, soprattutto per un prete, è sicuramente perso!) per dirmi cose che so, in cui credo con onesta ragione, delle quali ho esperienze dirette e non teoriche, e per le quali non può avere nulla di Rivelato da trasmettermi?  Non sto così, forse, accettando da questo p. Sirico, magari per gusto degli argomentari polemici, ciò che rimprovero ad altri presbiteri, quand’anche non meno loquaci ma meno preparati di lui nella materia? Che altro c’è da dire, sull’economia  e sul mercato visti in ottica morale, che non sia già ricapitolato e inquadrato dalla Caritas in Veritate e, da questa, distanziato e ricondotto alla perenne ambivalenza dei comportamenti degli uomini che traggono il male dal bene e, talora, (con l’aiuto di Dio) persino il bene dal male? O magari desiderano il bene e fanno il male che non vogliono (Rm. 7,19)?
E così, prima ancora di cominciarla, ho abbandonato la lettura del libro; che, magari, per alcuni potrebbe risultare interessante, stimolante e, forse, anche rinfrescante (fra l’altro, dalla prefazione, mi è anche parso ben scritto). Per me no; a torto o a ragione ho assai più bisogno di preti che parlino della Grazia e magari trascurino la “teologia” dell’impresa. Probabilmente ho perso un bel libro, ma senza rimpianti.
Roma, 10 novembre 2017 (San Leone Magno, papa e dottore della Chiesa*)

(*) A proposito di San Leone Magno: in questi tempi duri, ci giovi rileggerne la famosa preghiera:
" Non ti arrendere mai, neanche quando la fatica si fa sentire, neanche quando il tuo piede inciampa, neanche quando i tuoi occhi bruciano, neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati, neanche quando la delusione ti avvilisce, neanche quando l'errore ti scoraggia, neanche quando il tradimento ti ferisce, neanche quando il successo ti abbandona, neanche quando l'ingratitudine ti sgomenta, neanche quando l'incomprensione ti circonda, neanche quando la noia ti atterra, neanche quando tutto ha l'aria del niente, neanche quando il peso del peccato ti schiaccia... Invoca il tuo Dio, stringi i pugni, sorridi... e ricomincia"      

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