martedì 21 novembre 2017

Eh! Ma....

Testa o croce
(di Felice Celato)
L’Italia piagnucola ancora. Dopo le lacrime di Buffon, quelle di Tavecchio e quelle di qualche bambino inquadrato dalle TV a Milano  nell’occasione dell’ingloriosa uscita dell’Italia dai Campionati Mondiali di calcio della prossima estate, eccoci ad un nuovo piagnisteo nazionale. Stavolta, però, non sappiamo con chi prendercela: non ci sarebbero Ventura da decapitare a furor di popolo, perché è stato - pare - il destino cinico e baro a portarci via l’assegnazione dell’EMA in fuga da Londra in esito alla Brexit: abbiamo perso con Amsterdam, per estrazione, come del resto Parigi ha vinto per estrazione l’assegnazione dell’EBA (per la quale era in lizza con Dublino).
Ovviamente, però, c’è subito pronto chi al piagnisteo aggiunge lo sdegno antieuropeo che, da noi, condisce quasi ogni cosa, a riprova del fatto che, dell’Europa, da noi si ha un’idea perfettamente ....antieuropea. E naturalmente non mancherà chi, dietro alla sorte sfavorevole, intravveda qualche complotto che si è servito della monetina (o di qualche suo equivalente) per strappare a Milano quanto tutti volevano a Milano.
Così, invece, scrive, più semplicemente, il NYT di oggi: Amsterdam's success in winning the battle to host the European Medicines Agency (EMA), which is relocating from London because of Brexit, was welcomed by drug manufacturers on Monday hoping for the least disruption due to staff losses at the regulator.
Amsterdam was the most popular of 19 potential new homes for the drugs watchdog in a recent survey of staff, with 81 percent of them saying they would be willing to move to the Dutch city.
Una versione della storia apparentemente diversa da quella che ci auto-propiniamo.
Poi, per carità, Milano era un candidato più che decoroso, sicuramente quanto di meglio l’Italia può mettere in campo in termini di efficienza strutturale e infrastrutturale, forse l’unica fra le grandi città Italiane a potersi dire veramente Europea. Ma - pare - il consenso lo ha raccolto, prima della fatale estrazione, da Bulgaria, Romania, Grecia, Slovenia, Malta, Cipro, Croazia, e, poi, forse, da Portogallo, Repubblica Ceca, Estonia, Svezia, Irlanda e, probabilmente, da Francia; niente Germania, niente Spagna, pare. Come che sia, Milano non ce l’ha fatta, non ostante - dice il sottosegretario Gozzi - la discesa in campo di Gentiloni e di pezzi da novanta, di sicuro prestigio europeo, come lo stesso Gozzi, Alfano, la Lorenzin e Enzo Amendola. E certamente dispiace.
Intendiamoci, se si fossero potuti soppesare i meriti Europiestici dell’Italia nel suo complesso, non sarebbe andata diversamente; per rendersene conto basterebbe farsi, come s’usa oggi, un selfie e lasciar da parte - perché non utili per capire - le famose lenti di Dippold (il pietoso ottico di Spoon River da noi spontaneamente imitato: Che cosa vedete adesso? .....Luce, soltanto luce che trasforma il mondo in un giocattolo. Benissimo, faremo gli occhiali così.): l’Italia è un paese del quale l’Europa (che pure non manca di problemi) ha tutte le ragioni per temere l’instabilità politica (chi vuole rendersi conto del perché legga qualche discorso pre-pre-elettorale di autorevoli candidati alla guida del prossimo governo, o anche, senza pregiudizi, le frasi - forse inappropriate ma sacrosante - di Katainen sui politici Italiani e la verità); ma ancora di più l’instabilità finanziaria e la genuina fedeltà agli impegni che prende in sede Europea (chi vuole rendersi conto del perché rilegga in sequenza ormai decennale le nostre dichiarazioni sul debito pubblico e sulla nostra ferma volontà di ridurlo). Ma, fortunatamente, non c’era da soppesare i meriti del Paese e, sfortunatamente, oltre un certo punto, non è bastato nemmeno soppesare solo i meriti della città: alla fine hanno vinto la sorte sfavorevole e, forse, qualche debolezza nella tessitura dei consensi che avrebbero potuto evitare la famosa monetina.
Non sarà la “perdita” dell’EMA ad affondare le sorti del nostro paese; come certo non sarebbe stata l’EMA a salvarci dal declino che ogni giorno gestiamo con ordinata ed autonoma diligenza.

Roma 21 novembre 2017 (antivigilia del Thanksgiving day)

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