Testa o croce
(di Felice Celato)
L’Italia piagnucola ancora. Dopo le lacrime di Buffon, quelle di
Tavecchio e quelle di qualche bambino inquadrato dalle TV a Milano nell’occasione dell’ingloriosa uscita
dell’Italia dai Campionati Mondiali di calcio della prossima estate, eccoci ad
un nuovo piagnisteo nazionale. Stavolta, però, non sappiamo con chi
prendercela: non ci sarebbero Ventura da decapitare a furor di popolo, perché è
stato - pare - il destino cinico e baro a portarci via l’assegnazione dell’EMA
in fuga da Londra in esito alla Brexit: abbiamo perso con Amsterdam, per
estrazione, come del resto Parigi ha vinto per estrazione l’assegnazione
dell’EBA (per la quale era in lizza con Dublino).
Ovviamente, però, c’è subito pronto chi al piagnisteo aggiunge lo
sdegno antieuropeo che, da noi, condisce quasi ogni cosa, a riprova del fatto
che, dell’Europa, da noi si ha un’idea perfettamente ....antieuropea. E
naturalmente non mancherà chi, dietro alla sorte sfavorevole, intravveda
qualche complotto che si è servito della monetina (o di qualche suo
equivalente) per strappare a Milano quanto tutti volevano a Milano.
Così, invece, scrive, più semplicemente, il NYT di oggi: Amsterdam's success in winning the battle to host the
European Medicines Agency (EMA), which is relocating from London because of
Brexit, was welcomed by drug manufacturers on Monday hoping for the least
disruption due to staff losses at the regulator.
Amsterdam was the most popular of 19 potential new homes
for the drugs watchdog in a recent survey of staff, with 81 percent of them
saying they would be willing to move to the Dutch city.
Una versione della storia apparentemente diversa da quella che ci
auto-propiniamo.
Poi, per carità, Milano era un candidato più che decoroso,
sicuramente quanto di meglio l’Italia può mettere in campo in termini di
efficienza strutturale e infrastrutturale, forse l’unica fra le grandi città
Italiane a potersi dire veramente Europea. Ma - pare - il consenso lo ha
raccolto, prima della fatale estrazione, da Bulgaria, Romania, Grecia,
Slovenia, Malta, Cipro, Croazia, e, poi, forse, da Portogallo, Repubblica Ceca,
Estonia, Svezia, Irlanda e, probabilmente, da Francia; niente Germania, niente
Spagna, pare. Come che sia, Milano non ce l’ha fatta, non ostante - dice il sottosegretario
Gozzi - la discesa in campo di Gentiloni e di pezzi da novanta, di sicuro prestigio europeo, come lo stesso
Gozzi, Alfano, la Lorenzin e Enzo Amendola. E certamente dispiace.
Intendiamoci, se si fossero potuti soppesare i meriti Europiestici
dell’Italia nel suo complesso, non sarebbe andata diversamente; per rendersene
conto basterebbe farsi, come s’usa oggi, un selfie e lasciar da parte -
perché non utili per capire - le famose lenti di Dippold (il pietoso ottico di Spoon River da noi spontaneamente
imitato: Che cosa vedete adesso? .....Luce, soltanto luce che trasforma il
mondo in un giocattolo. Benissimo, faremo gli occhiali così.): l’Italia è
un paese del quale l’Europa (che pure non manca di problemi) ha tutte le
ragioni per temere l’instabilità politica (chi vuole rendersi conto del perché
legga qualche discorso pre-pre-elettorale di autorevoli candidati alla guida
del prossimo governo, o anche, senza pregiudizi, le frasi - forse inappropriate
ma sacrosante - di Katainen sui politici Italiani e la verità); ma ancora di
più l’instabilità finanziaria e la genuina fedeltà agli impegni che prende in
sede Europea (chi vuole rendersi conto del perché rilegga in sequenza ormai
decennale le nostre dichiarazioni sul debito pubblico e sulla nostra ferma
volontà di ridurlo). Ma, fortunatamente, non c’era da soppesare i meriti del
Paese e, sfortunatamente, oltre un certo punto, non è bastato nemmeno soppesare
solo i meriti della città: alla fine hanno vinto la sorte sfavorevole e, forse,
qualche debolezza nella tessitura dei consensi che avrebbero potuto evitare la
famosa monetina.
Non sarà la “perdita” dell’EMA ad affondare le sorti del nostro
paese; come certo non sarebbe stata l’EMA a salvarci dal declino che ogni
giorno gestiamo con ordinata ed autonoma diligenza.
Roma 21 novembre 2017 (antivigilia del Thanksgiving day)
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