Quer pasticciaccio de'piazza di Spagna
(di Felice Celato)
Il vostro Camminatore Urbano Rimuginante oggi è incorso in un increscioso incidente. Ve lo racconto perché mi aiutiate a modificare le mie opinioni sullo stato del nostro paese. Ma, soprattutto, per prevenire eventuali vostri comportamenti devianti di elevata pericolosità sociale.
Dunque, non ostante la minaccia di pioggia, spinto dalle mie esigenze di passeggiatore monitorato dal contapassi, avevo un appuntamento con un amico in piazza di Spagna per fare due chiacchiere in santa pace attorno ad una (veramente) frugale colazione.
Colà giunto, sopravveniva – mentre aspettavo l’amico – una pioggia di media intensità che, a Roma, dà luogo, da tempo, all’immediato, provvidenziale apparire di numerosi venditori di ombrelli, tutti di origine bengalese, intesi a provvedere ai malcapitati l’apposito strumento per ripararsi dalla pioggia (io li chiamo, collettivamente, gli “ombrellanti” e riconosco nel loro uno dei pochi servizi veramente funzionati a Roma: bastano due gocce ed escono da ogni dove con le braccia piene di ombrelli, evitandoti una romanissima fracicata). Sulla piazza ne avrò contati quattro o cinque, di questi ombrellanti, dopo appena cinque minuti di pioggia. Dopo breve contrattazione, concludevo per l’acquisto di un ombrello a 10 € (credetemi: non senza annettere alla transazione un blando intento solidaristico, tenuto conto della presumibile condizione del ”venditore”). Ma, curiosamente, il venditore si allontanava frettolosamente prima di incassare la somma pattuita; sicché – da persona corretta – lo richiamavo e lui tornava indietro, incassava e, sempre frettolosamente, si allontanava.
Sopraggiunge, immediatamente (forse mi stavano osservando), una vettura dei Vigili Urbani con a bordo due vigili (di sesso femminile) che mi rimproverano (direi con sostanziale cortesia) dell’acquisto da ambulante non autorizzato. Alle mie rimostranze (Ma se non è autorizzato come mai sulla piazza ce ne sono quattro o cinque e voi non li allontanate?), mi viene rivolto l’invito a formulare questo tipo di lamentele alla Guardia di Finanza e non ai Vigli Urbani (perché, poi, non l’ho capito) e vengo invitato ad esibire lo scontrino fiscale che – indovinate? – non avevo. Dunque vengo richiesto di esibire il documento e mi viene preannunciato un verbale per “incauto acquisto”; chiedo di visualizzare il verbale per aggiungere mie considerazioni e mi viene detto che, essendo le due vigili prive dell’apposito modulario, l’avrei ricevuto a casa.
Bene (più o meno): fin qui l’accaduto. Ho cercato la configurazione del reato di incauto acquisto (art 712 c.p.) e mi sono convinto che l’acquisto da un ambulante, anche di un ombrello sotto la pioggia (in stato di necessità?), può effettivamente configurare il reato de quo quando si ometta di verificare (e io ho omesso!) la legittima provenienza della merce (il famoso ombrello, peraltro di foggia ormai diffusissima perché venduto dagli ombrellanti ad ogni angolo di strada e probabilmente fabbricato per loro in quella tipica foggia); ah! devo dire, il reato commesso è stato posto in essere, ovviamente senza il necessario contorno di artifici volti a nascondere l’acquisto, in pieno centro di Roma, in mezzo a turisti e passanti che facevano, qua e là, la stessa identica cosa con altri venditori ambulanti, i quali, anzi, ostentavano la loro merce (sempre ombrelli e ombrellini) senza alcun ritegno per la numerosa presenza (sulla centralissima piazza di Spagna) di numerose auto della Polizia e dei Vigli Urbani (mancava però, mi pare, la Guardia di Finanza!).
Che dire? Da cittadino non posso che compiacermi per l’attiva opera di fermo contrasto alla delinquenza messa in atto dalle mie due “vigilesse” e pentirmi del mio operato penalmente rilevante. Ma mi domando: perché se io dovevo presumere che l’ombrello potesse esser rubato, le due vigilesse, sulla base di analoga presunzione, non hanno chiesto a tutti i numerosi ombrellanti di esibire la prova della provenienza della merce ostentatamente messa in vendita? E perché non viene fatto analogo controllo sui numerosi venditori ambulanti che si incontrano lungo la strada, dappertutto a Roma? Perché bisogna, di tanto in tanto, imprevedibilmente, sanzionare i cittadini per non aver esercitato una funzione di controllo, vicaria di quella che “le forze dell’ordine”, per ragioni loro (anche sagge, spesso, secondo me), non esercitano con la costanza e determinazione del caso? Si dirà: bisogna andare alla radice del male, colpire gli utilizzatori finali di ombrelli, indurli a prendersi la pioggia comunque; così smettono di alimentare il turpe traffico! E, vedrete, Roma rifiorirà!
Roma 15 novembre 2017
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