giovedì 21 settembre 2017

Letture

Against Empathy
(di Felice Celato)
Si intitola cosi (Against Empathy, The case for rational compassion, Contro l’empatia, Argomenti a favore della compassione razionale) il bel libro di Paul Bloom (The Bodley Head editore, 2017, disponibile in ebook, solo in inglese, per ora) che ho appena finito di leggere, in full immersion per contrastare i pensieri cupi ed irritanti di questi giorni di autunno incipiente.
L’autore è uno psicologo americano di origine canadese, di famiglia ebraica, che insegna psicologia e scienza della conoscenza  all’Università di Yale; il testo è scritto magnificamente (in linea coi migliori esempi di saggistica statunitense) e si legge con grande interesse.
La tesi di fondo, argomentata ampiamente, coi metodi e negli ambiti propri della moderna scienza psicologica, è – in estrema sintesi – questa: l’empatia (la capacità di far proprie le sofferenze e le emozioni degli altri) è una cattiva guida morale che può condurre a valutazioni clamorosamente sbagliate e a decisioni irrazionali. Con un’immagine: l’empatia è come un riflettore (spotlight) che illumina di volta in volta pezzi dell’ambiente, mettendo a fuoco ciò che è più vicino nel tempo o nello spazio anche affettivo, lasciando nell’ombra gran parte della realtà, coi suoi problemi, i suoi bisogni, le sue priorità, talora nient’affatto coerenti con  quanto, per il semplice fatto di essere più vicino, ci scuote emotivamente. Da qui, il rischio – quasi la certezza - di clamorosi errori di valutazione, di gravi distorsioni del giudizio, quando non addirittura  di comportamenti altamente nocivi  o almeno ingiusti. Non sono in questione i buoni sentimenti che molto spesso supportano l’empatia, tant’è che ad essa l’autore contrappone la compassione razionale; è invece in questione la perversa capacità delle emozioni di deviare le azioni dalla razionalità, appunto, dalla solidità  della cognizione,  dal ragionamento deliberativo (deliberative reasoning) che esige la signoria della ragione sulle emozioni ( we would strive to use our heads rather than our hearts), anche quando queste sono intense ed autentiche. E magari anche encomiabili.
Il libro (circa 300 pagine) è, come dicevo, per ora in inglese; ma c’è da sperare che venga presto (urgentemente!) tradotto in Italiano perché – secondo me – focalizza un tema che bene si applica alle esigenze di razionalità del nostro environment….psico-sociale e di contenimento dell’emozionismo dilagante nella confusa “coscienza” del nostro paese, nella nostra indecente comunicazione, nella nostra povera cultura del presente.
Ne abbiamo parlato più volte e forse non vale la pena, per ora, di tornare sul tema, ancorché l’ottima Sindaca di Roma ne abbia offerto al nostro sarcasmo una “divertente” occasione (“settembre nero a Roma per le violenze sessuali, ci vuole una legge speciale). A proposito di spotlight e di deliberative reasoning.
Mi preme invece ripercorrere con voi, alla luce delle tesi di Bloom, un ragionamento che mi faccio ogni mattina nel passare davanti a ciascuno dei 10/12 mendicanti che incontro lungo la camminata (i primi 5.000 passi della giornata): l’empatia che alcune loro storie mi suscitano non attenua il vago senso di irrazionalità che da tempo allego alle varie monetine che, quando posso e sulla base di precisi criteri di scelta a me stesso incomprensibili,  lascio scivolare nelle mani di alcuni di loro o nei loro bicchierucci di carta. Anche l’elemosina (in quanto impiego di risorse scarse per bisogni molteplici) forse postula una compassione razionale; e una compassione razionale rinvia ad un ragionamento deliberativo; ragionamento e deliberativo; per un problema che non è di singoli disagiati. Cose difficili, qui da noi.
Roma  21 settembre 2017

P.S. L’anniversario della caduta del Regno Pontificio (XX Settembre) è passato senza che ci ricordassimo di commemorarlo con la ironica mestizia del presente. In compenso ci ricordiamo degli auguri ai nostri amici ebrei per il loro capodanno (Rosh Hashanah) che cade oggi:l'shanah tovah techatemu ve tikatevu (che vuol dire, se non sbaglio: che il tuo nome possa essere inscritto e serbato nel Libro della Vita per un buon anno)










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