La notte del polpo
(di Felice Celato)
Pare che Synthesizing Obama sia un progetto, ormai compiutamente sviluppato
dall’Università di Washington, attraverso il quale, mediante l’impiego di un
sistema di intelligenza artificiale, sarebbe possibile generare un video realistico
nel quale un personaggio (nella fattispecie l’ex Presidente degli USA Obama)
pronuncia un discorso perfettamente intonato al lessico e alla oratoria del
personaggio stesso. Parimenti, pare che un sistema di intelligenza artificiale
sia stato posto in grado di riprodurre un quadro dipinto alla Rembrandt,
senza nulla copiare da pre-esistenti opere del grande pittore fiammingo ma
adottandone perfettamente lo stile e applicandolo al soggetto che gli si
richiede di dipingere.
Suggestionato dalla lettura di queste (spaventose)
notizie, stanotte, dopo una cena un po’ impegnativa, nel fresco insolito di una
ventilata notte romana, ho lasciato andare la fantasia arrivando a concepire
quella che, lì per lì, mi era apparsa un’ottima soluzione per rianimare il
deserto della nostra politica: incrociare le due novità tecnologiche per
riprodurre, anzi, generare ex novo,
un discorso politico di un novello Alcide De Gasperi applicato ai temi che ci
occupano (e preoccupano) oggidì. Nella mia suggestionata immaginazione, questa
nuova possibilità mi è parsa subito una straordinaria trovata, utile a spazzare
via i nanerottoli del nostro politicame, solo con l’ombra mediatizzata di un gigante
della nostra storia dell’ultimo secolo. Mi immaginavo i Renzi, i Salvini, le
Meloni, i Di Maio, e tutte le altre comparse della nostra quotidiana commedia
tragica, ruzzolare travolti dal successo del De Gasperi synthesized.
Purtroppo la suggestione para-onirica è scomparsa
alla prima luce dell’alba: e gli italiani
dove li metti? mi sono detto. Pensi che i rancorosi italiani dei dì nostri
possano lasciarsi convincere da un discorso alla De Gasperi pronunciato
dal
synthesized padre della patria, abituato a parlare ai nostri genitori?
Per esempio, chessò, che i guastati italiani possano lasciarsi convincere a
voltare le spalle agli odierni mercanti di disprezzo e di deficit sentendosi dire (appunto alla De Gasperi) la verità sulle
nostre condizioni e indicare le faticose vie per uscirne?
Già, forse no. Forse bisognerebbe anche simulare gli italiani, una specie di synthesized new italian, facendolo
(di nuovo) in grado di percepire il reale e di protendersi con determinazione e
costanza verso un domani desiderabile.
Ma allora tutto il synthesized
scenario sarebbe falso come un
video gioco e quella che mi era sembrata, di notte, un’ ottima idea,
diventerebbe un ennesimo artificio, in fondo funzionale al rumoroso commercio
delle illusioni.
No, non c’è verso di immaginare – nemmeno col
concorso dell’intelligenza artificiale – un corso dei prossimi mesi diverso da
quello che ci si prepara: grida, menzogne, promesse, illusioni, condite con piccantissimo
disprezzo reciproco; nemmeno se, per avventura, riuscissimo a generare un synthesized padre della patria. Ci tocca
andare avanti coi nipotastri della parrocchietta.
Roma 16 luglio 2017
PS: un altro filone dell’immaginazione
pre-mattutina è stato inevitabilmente quello del synthesized new italian.
Tutti quelli ai quali è nota la presunzione intellettuale di chi scrive avranno pensato che
lo abbia immaginato con quelle che crede essere le sue (migliori) features mentali. E infatti, per breve spazio di tempo – lo confesso
– così ho immaginato. Anche qui però, con l’alba mi è venuta in sacrosanto soccorso
l’ironia: e poi, se potessimo riprogettare tutti gli Italiani sul modello di
questo divagatore notturno, chi gli rimarrebbe a contestarlo quotidianamente e a
quotidianamente edificarlo dandogli torto su tutto? Effettivamente sarebbe una
noia mortale. Questa è stata l’ultima conclusione di quella che inevitabilmente
(data la cena un po’ pesante) ho chiamato la notte del polpo; conclusione che ho considerato il segno
inconfondibile che la faticosa digestione era terminata.
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