Disgregazione
(di Felice Celato)
Giorni
fa, in un’intervista rilasciata al Corriere
della Sera, Romano Prodi ha usato un termine, appunto disgregazione, che mi ha suscitato alcune riflessioni, che forse
vanno al di là del senso che il Professore (notate la maiuscola nostalgica!)
dava al suo discorso riferito all’Europa (caos-greco, annunciato referendum
inglese, crollo dei partiti in Spagna, atteggiamento di Francia e Regno Unito
sul problema degli immigrati, voto Polacco, etc)
La
disgregazione è, propriamente, un fenomeno geologico (dal Devoto-Oli: lo scindersi delle rocce nei singoli
costituenti mineralogici per l’azione delle radiazioni solari e del gelo e
disgelo, integrata dall’azione chimica degli agenti atmosferici) ma, in
senso traslato, ha finito per significare
l’annullamento della necessaria coesione, specialmente dal punto di vista
morale ed organizzativo (sempre Devoto-Oli); il fenomeno è anche
conosciuto, con parola leggermente diversa (disaggregazione)
in psichiatria, dove lo si definisce come separazione,
dalla coscienza della propria personalità e della propria storia, di interi
complessi ideo-affettivi-emotivi, legati a circostanze e periodi della vita
rimossi nell’inconscio (Psichiatria e
Psicopatologia, di G. Vella, già citato su questo blog).
Bene;
chiarito il termine, mi domando: non è forse riferibile anche all’Italia un
fenomeno (o un complesso di fenomeni sociologici) di natura disgregativa? Non è
forse che, un po’ anche da noi, si stia sfarinando
(definitivamente?) l’impasto di quella necessaria
coesione morale ed organizzativa, che, in fondo, teneva insieme le vicende degli
ultimi settanta anni, come se la coscienza della nostra storia stesse perdendo interi complessi ideo-affettivi-emotivi
che appartenevano al nostro modo di guardare alla realtà e di cercare di
governarla? A che cosa vi fa pensare, per esempio, la miserevole confusione politica
e para-giudiziaria in cui si tengono, in Italia, elezioni che tutto sommato
dovrebbero avere rilevanza locale e nemmeno generalizzata? A che cosa, l’ormai evidente
incapacità di coagulare il paese attorno ad una auto-rappresentazione
sufficientemente condivisa, fra pulsioni populiste di destra e di sinistra e
tramonto – anche da noi – di stabili punti di aggregazione a destra o a
sinistra? Che cos’è, se non una rimozione
nell’inconscio di circostanze e
periodi della vita nei quali si è costruito il nostro benessere, il
perdurante rifiuto di fare i conti con la natura (e le implicazioni presenti)
di questo benessere? O la dis-trazione (nel senso di trazioni contraddittorie ed opposte) alla quale sottoponiamo incessantemente anche l’interpretazione della
cosiddetta ripresa economica, fra ingiustificate celebrazioni di successi e impressionanti
silenzi sulle cose da fare veramente, tutto sommato, anche semplici da
capire?
Tutto
invece si muove verso approdi confusi, contraddittori, gridati ma non pensati,
o, semmai, solo pensati in prospettive faziose, nessun progetto, nessuna
impalcatura solida per costruire alcunché di duraturo, come se, venuto meno il
collante di un benessere cresciuto negli anni e fino a qualche anno fa,
l’Italia annaspi alla ricerca della coscienza
della propria personalità e della propria storia.
Mah!
Vedremo e speriamo che l’azione delle
radiazioni solari non continui a consumare le rocce anche questa estate.
Non
mi induce certo all’ottimismo la lettura che sto facendo (anche malvolentieri) di
un “vecchio” libro di Sigmund Freud (La
psicologia delle masse e analisi dell’io, scritto nel 1921), dove, fra
l’altro, si parla di masse, impulsive,
mobili e irritabili, sottoposte ad un
contagio mentale che ne sopprime la capacità di distinguere, indotte a sentire, pensare ed agire in modo
assolutamente diverso da come sentirebbe, penserebbe e agirebbe
ciascuno…isolatamente, per effetto di una generalizzata diminuzione dell’attività intellettuale.
Nel
frattempo, per consolarci tuttavia, sorridiamo dell’episodio (di disgregazione?) in cui si è trovato
coinvolto (Corriere della sera di
oggi) l’anziano ex premier Berlusconi che, a Segrate, sbaglia comizio e sale
sul palco della “concorrenza” per sostenere il candidato locale in competizione
col suo, una scena che avrebbe fatto la delizia di Totò.
Roma,
31 maggio 2015, festa della Trinità e, purtroppo, brutta giornata elettorale.
Complimenti Felice Celato per questo tuo ottimo "spazio per riflettere". Claudio
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