Il mojito
(di Felice Celato)
Confesso che i cocktails
mi piacciono molto, alcuni moltissimo; e fra questi c'è il mojito: un bel po' di rum bianco cubano, succo di lime, angostura, ghiaccio, soda e,
soprattutto, un po' di zucchero di canna pestato insieme a foglie di menta; una
bella shakerata, e voilà: la dolce bibita, odorosa di sole,
è pronta per affascinarti col suo sapore e....rapidamente confonderti la testa
e tagliarti inesorabilmente le gambe. Non per niente, pare che il suo nome
derivi da una parola “voodoo” e che significhi “piccolo incantesimo”.
Perchè mi viene in mente il mojito?
Perchè mi pare che il mojito sia una metafora efficace, una metafora di ciò che ameremmo
trovare nel cocktail della vita
quotidiana: certo, un po' di austera soda e ghiaccio (di per sé dissetanti e
salutari) potrebbero bastare per togliersi la sete; ma noi, diciamo la verità,
non vogliamo semplicemente dissetarci (sarebbe semplicemente noioso): vogliamo,
invece, goderci una sensazione di sapori nuovi ed esotici, sicché la soda
ed il ghiaccio li prendiamo in considerazione ma solo per diluire un po' il rum
bianco (mi raccomando: cubano!) aromatizzato con l'esotico lime
e con la raffinata angostura, per evitare che aggredisca troppo duramente
e, invece, dia un senso apparente di freschezza, inebriando anche ma senza
darne la sensazione. E poi, tanto per potenziare la miscela, aggiungiamo il glamour dello zucchero di canna e della
menta: esotismo sì, ma con un pizzico di ritorno alla natura, in fondo il rum
bianco si fa con la canna da zucchero e la menta ci ricorda tanto le bevande
rinfrescanti della nonna. L'importante, comunque, è lo shaker, perché tutti i sapori si confondano e si armonizzino, la
miscela, il blend, deve avere un
gusto unitario, fresco ed eccitante.
Questa fatua miscela (esotismo, glamour, natura, dolcezza, ebrezza à la mode), in fondo, ci piace (come mi piace il mojito!), ci fa sentire freschi, moderni,
leggeri ma amanti delle sensazioni forti e della natura, attenti ai suoi
antichi sapori ma desiderosi di sorbirli in un contesto che ci appaia
"moderno", stimolante, nuovo. E poi, un po’ di sete, la toglie pure,
la soda ghiacciata, ove mai fosse la sete a muovere il nostro bere sociale.
Così, non c'è serata mondana che si rispetti, senza
il mojito, salvo poi dover tornare a
casa in taxi, perché l’auto proprio non la si può guidare.
Domani sarà un altro giorno, torneremo a bere acqua,
al massimo ghiacciata, quando avremo solo sete; il mojito va bene per le serate brillanti che, in fondo, non sono poi
tante, e spesso lasciano un po' di tristezza: il quotidiano, tutt'al più, va a soda e ghiaccio, ad acqua fresca.
Roma 25 maggio
2015
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