Peana
(di Felice Celato)
Mai
– credo – così tanta attenzione è stata dedicata in Italia ed in Europa ad una
tornata elettorale in Grecia come è accaduto in questi giorni. Per molti
aspetti la cosa è comprensibile: in fondo la Grecia è il paese più segnato
dalla cosiddetta austerità (pur avendo un carico fiscale largamente inferiore alla
media europea!), mai un’altra nazione Europea è stata così vicina alla rottura della
unione monetaria, mai – forse – un altro Paese dell’Unione è stato così
percosso dalla crisi economica che tuttora perdura (non ostanti i consistenti segni di ripresa, superiori a quelli che si sono manifestati da noi), mai i fermenti
che si sono agitati durante la campagna elettorale greca hanno avuto una
risonanza così minacciosa per l’Europa Unita, etc.. Però rimango sorpreso
(stupito, per restare nel nostro stupi-diario) dalla eterogeneità dei plausi
che accompagnano la vittoria di Syriza: si felicita Vendola e salmodia la
sinistra del PD, ma godono – pare – Salvini in Italia e Marine Le Pen in
Francia, del resto in linea con l’insolita alleanza che si prospetta in Grecia
fra la sinistra di Tsipras e la destra di Anel. Dunque, qualcosa non torna
nell’interpretazione dell’accaduto: non sarà che ancora nessuno ha ben capito
cosa succederà in Grecia e, soprattutto, fra la Grecia e l’Europa?
Non mi
meraviglierebbe e non sarebbe strano, visto che anche le dichiarazioni di
Tsipras, al netto della retorica elettorale, non sembrano fra loro inequivoche:
“Negozieremo la soluzione finanziaria giusta con l’Europa [bene, forse] ma non
rispetteremo gli accordi del passato [male]” dice Tsipras. Che vuol dire? Che
disconosceranno in parte o in tutto il loro debito pubblico? [ E noi, loro
creditori, ne dovremmo essere contenti?] O che, più semplicemente, chiederanno
all’Europa di riscadenzare il loro debito, come si suppone a Bruxelles? [E noi
pensiamo che fare altrettanto potrebbe tornarci utile? Ma da noi il problema
non è di scadenza del debito ma della sua consistenza e della sua incidenza
economica sui nostri conti pubblici! E poi gran parte del nostro debito è in
mano degli Italiani stessi che, secondo gli “ingenui”, dovrebbero godere di una
proroga gratuita delle scadenze]. O, forse, i nuovi governanti Greci vorranno portare l'Euro al punto di rottura? [ E noi
siamo tanto pazzi da immaginare che sia bene pensarci anche noi?]
I
prossimi giorni, forse, chiariranno il margine di manovra che la Grecia crede
di avere e quelli che in realtà avrà. Non c’è fretta di fare peana. Aspettiamo
e vedremo. Penso solo che alcuni dei nostri festeggiatori per l’altrui successo
resteranno delusi. Ma vedremo.
Roma
26 gennaio 2015
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