martedì 11 giugno 2013

Un conforto semplice, stavolta


Censis II
(di Felice Celato)
Un brevissimo aggiornamento per coloro che hanno letto il postUn perverso conforto”: la seconda e odierna “puntata” delle presentazioni del Censis verteva, come segnalato, sul “mare dei numeri senza interpretazione” che caratterizza il nostro vivere quotidiano.
Il tema è quello che avevamo già discusso su questo blog pochi giorni fa (post: “Chiari segnali indistinguibili”) e direi che l’analisi – certamente più ampia e documentata – conferma in tutto  quanto eravamo venuti lamentando, compreso il cortocircuito fra informazione malata, politica mal orientata e lontananza della politica dalla realtà.
Consiglio ancora di scaricare e leggere direttamente il testo dell’indagine da www.censis.it; il messaggio di fondo, come al solito focalizzato magistralmente da De Rita, sta tutto in questi pochi ma fondamentali punti: (1) “dobbiamo sapere tutto, nella logica della cosiddetta trasparenza; ma sapere tutto non è capire”; (2) “Tutti vogliono sparare un dato; ma quello che si sta perdendo è l’autocoscienza della società, la coscienza collettiva fondamento di una società”; (3) “l’effetto annuncio…sembra quasi prevalente rispetto al significato intrinseco del dato”; (4) “come si può fare interpretazione in una società ubriaca di numeri?”.
Ancora una volta – ma questa è una considerazione mia – appare cruciale la qualità e la responsabilità della comunicazione: forse da qui può (potrebbe) ripartire una nuova ecologia della convivenza.
Roma 11 giugno 2013

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