Censis II
(di Felice Celato)
Un
brevissimo aggiornamento per coloro che hanno letto il post “Un perverso conforto”:
la seconda e odierna “puntata” delle presentazioni del Censis verteva, come segnalato,
sul “mare dei numeri senza
interpretazione” che caratterizza il nostro vivere quotidiano.
Il
tema è quello che avevamo già discusso su questo blog pochi giorni fa (post: “Chiari
segnali indistinguibili”) e direi che l’analisi – certamente più ampia e
documentata – conferma in tutto quanto
eravamo venuti lamentando, compreso il cortocircuito fra informazione malata, politica mal orientata e lontananza della
politica dalla realtà.
Consiglio
ancora di scaricare e leggere direttamente il testo dell’indagine da www.censis.it; il messaggio di fondo, come al solito
focalizzato magistralmente da De Rita, sta tutto in questi pochi ma
fondamentali punti: (1) “dobbiamo sapere
tutto, nella logica della cosiddetta trasparenza; ma sapere tutto non è capire”;
(2) “Tutti vogliono sparare un dato; ma quello che si sta perdendo è
l’autocoscienza della società, la coscienza collettiva fondamento di una
società”; (3) “l’effetto
annuncio…sembra quasi prevalente rispetto al significato intrinseco del dato”;
(4) “come si può fare interpretazione in
una società ubriaca di numeri?”.
Ancora
una volta – ma questa è una considerazione mia – appare cruciale la qualità e
la responsabilità della comunicazione: forse da qui può (potrebbe) ripartire
una nuova ecologia della convivenza.
Roma
11 giugno 2013
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