Censis III
(di
Felice Celato)
Avendo
mancato (per impegni di lavoro) l’annunciato appuntamento con la terza
presentazione del Censis (Il primato
dell’opinione nella comunicazione orizzontale, nell’ambito del “percorso” La società impersonale, di cui a
precedenti post) non sono in grado di raccontare i commenti di De Rita che, di solito, costituiscono la
sintesi più efficace della presentazione del suo istituto di ricerca.
Perciò, nel
raccomandare, come altre volte, la lettura integrale del documento presentato
(scaricabile da www.Censis.it),
mi limiterò ad un semplice commento, usando solo poche delle sconsolanti
considerazioni degli analisti.
L’autentica
rivoluzione in atto nel mondo della comunicazione (“la comunicazione è diventata un terreno d’elezione per l’esercizio
della microsovranità individuale” trasformandoci in “una moltitudine di persone senza personalità” in cui l’individuo “si ritrova in avvilente solitudine”
esposto al rischio di “un solipsismo
“ fatto di “autoreferenzialità”, di “un conformismo” aperto senza rimedio al
“populismo”, dove “gli elementi emotivi hanno la meglio su
quelli cognitivi”, “la reazione
immediata come riflesso condizionato…ha il sopravvento sulla riflessione
mediata di tipo intellettuale….,la percezione del reale….prende il posto della
elaborazione del proprio essere nel tempo”) mi porta a temere che stiamo
vivendo un’esperienza che non riusciamo a padroneggiare, dalle conseguenze che
potremmo non riuscire a contenere. Non sono affatto, beninteso, un
dispregiatore o un sottovalutatore delle enormi potenzialità cui internet ci ha aperto; solo mi domando
se, in cambio di queste, non abbiamo già fatto una pericolosa rinuncia a
dominare le pulsioni che tali potenzialità attivano. La via d’uscita (che
certamente ci sarà) per ora non la vedo.
Roma, 18 giugno 2013
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