Censis IV
(di Felice Celato)
Si è
concluso oggi il ciclo di presentazioni del Censis di cui abbiamo parlato più
volte questo mese. Ferma la solita raccomandazione (leggete il documento
scaricabile dal sito www.censis.it!), per
non appesantire ulteriormente il mood
di questi giorni, mi limiterò, stavolta, a citare qualche numero che fa pensare
(con qualche letterale citazione dei commenti): l’Italia ha, dopo la Romania,
il più basso numero di laureati in Europa (il 13,8%), il 54%
della sua popolazione legge meno di un libro all’anno, solo il 20% degli
Italiani “possiede le competenze minime
per orientarsi e risolvere, attraverso l’uso appropriato della lingua Italiana, situazioni complesse e problemi della vita sociale quotidiana” (“una società afasica, che non ha cultura sufficiente, non ha sufficiente
istruzione”); ma è il terzo paese al mondo per numero di interventi di
chirurgia plastica (“il narcisismo di
massa”) e il quarto in Europa per fatturato di videogiochi, quelli “per
adulti” crescono, in periodo di crisi, in ragione del 15-18% all’anno (“gli adulti regrediscono in una perniciosa
indistinzione di ruoli generazionali”); in Italia aprono 4 imprese
specializzate in tatuaggi a settimana e il giro d’affari del settore è
dell’ordine degli 80 milioni l’anno (“in
fondo, un grido afono per esistere”).
Chi
volesse farsi un’idea della qualità della cosiddetta “opinione pubblica”
Italiana (che così bene orienta l’azione dei politici, vedasi Stupi-diario di ieri), ha di che
riflettere (il commento è mio).
Una
nota di speranza: nella società degli inconsapevoli, forse “potrebbero esserci minoranze vitali che sono
andate in ‘modalità stand-by’ per non affondare nella mucillagine, nell’attesa
di tempi nuovi”. Vi sorprenderà, ma io sono convinto che ci sono (e che non dormono).
Roma
25 giugno 2013
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