domenica 21 ottobre 2012

Una domenica "così"


Difficile ottimismo
(di Felice Celato)

Forse oggi sarei stato comunque di malumore; il perché non saprei dirlo; forse il malumore è proprio uno stato del precordio che difficilmente si lascia analizzare. Vi ero rassegnato, non ostante il sole, la passeggiatina, la spremuta di melograno a Campo dei Fiori, la bella messa, etc.
Ma lo sfoglio del giornale (la domenica in versione cartacea, da divano) mi ha proprio depresso: a meno di un mese da ‘ste mitiche primarie del PD (è inevitabile pensarlo: dopo quel che è successo e sta succedendo in Italia, un barlume di confusa speranza politica può venire solo da quella parte) si stanno evidenziando le crepe ideologiche, starei per dire culturali e mentali, di quell’accozzaglia di disordinati capi fazione che, con mille riserve mentali e in mezzo a reciproche diffidenze (e disprezzi), si sta “organizzando” per presentare all’Italia, in primavera, un disegno “unitario” di ripresa e di speranza come dice Bersani in quella raccolta di slogan (anche suggestivi) che ha chiamato “10 idee per cambiare”.
Dalla stolida  polemica contro il sostenitore di Renzi (con inevitabile seguito di minacce di querela e scuse goffe: ”non parlavo di lui”), ai facili (ma stavolta azzeccati)  commenti di Vendola sulla vicenda (con inevitabili oscure citazioni, da diverse fonti -anche di sinistra- di Monte dei Paschi, Unipol, Penati etc) , ai balletti di D’Alema (di cui ci siamo già occupati con remoto divertimento), alle sue minacce di scissione (velate ed allusive come è nello stile oratorio dell’uomo) in caso di vittoria di Renzi, alle dichiarazioni sempre di D’Alema a Berlino (Corriere della sera, pg 6) all’unisono con Marcegaglia (“la riforma del lavoro ha sostanzialmente allineato l’Italia alla media europea, a paesi come la Francia e la Germania. L’Italia con le riforme Monti è sulla giusta direzione”), assennate, direi, ma in stridente contrasto col programma del fido alleato Vendola che delle riforme Monti vuol fare piazza pulita e con le esplicite dichiarazioni del Responsabile Economico del PD, Fassina (vedasi suo articolo su Il Foglio del 9 ottobre) che vuole “rottamare l’agenda Monti”, alle dichiarazioni di Fioroni (anche lui un reduce da troppe lunghe ed estenuanti beghe politiche) su “l’Italia con Bersani al centro, per un patto coi moderati”, alle infinite beghe sulle “regole” delle primarie (che Renzi considera – non so se a ragione, come sembra pensare Parisi – “una porcata” contro di lui); tutto lascia pensare che si sia vicini ad un’implosione clamorosa delle contraddizioni e delle ambiguità, della quale non è facile prevedere le conseguenze (ovviamente ben oltre l'ambito di un partito).
Io credo che non abbiamo il diritto di compiangerci se (in mezzo a questo caos che alligna proprio  dove – come sarebbe democraticamente logico – potrebbero nascere le energie di un cambiamento) prosperano i fautori dell’anti-politica, che già trovano ricco alimento in tante vicende istituzionali del nostro paese e che potrebbero essere la tomba "greca"dell'Italia ancora dissestata (anche se, per antica consuetudine con la leggerezza, forse già - cessato il massimo allarme - non se ne rende più conto).
Qualche tempo fa ho commentato, su questo blog (il 21 marzo scorso), il bellissimo libro del filosofo americano Roger Scruton (“Del buon uso del pessimismo”, Lindau, 2011), che, per fortuna, mi offre – in fondo oggi è domenica, il giorno del Signore – una via per prendere distacco da questo tristo contesto: La religiosità, afferma l’autore citando George Santayana, è il riconoscimento da parte dello spirito della propria incarnazione….e chi ne è assolutamente privo è senza radici e vaga di luogo in luogo, in un esilio volontario, sempre querulo, sempre inquieto, sempre solo”.
Bene: allora, come è giusto per chi crede di avere radici, speriamo che Qualcuno illumini le teste bacate cui, forse, dovremo necessariamente affidare, senza garanzia di successo, il futuro dei nostri figli. Altri sembra non ci riescano.
Roma, 21 ottobre 2012

Nessun commento:

Posta un commento