Veltroni, D'Alema e le dure regole del partito
(di
Felice Celato)
D’Alema
e Veltroni non sono mai andati d’accordo, questo si sa. Ma ora viene il dubbio
che non siano d’accordo nemmeno sulle regole basilari del partito in cui hanno insieme militato, con
reciproco fastidio, per tanti (troppi?) anni (e anzi in cui militarono, sempre per tanti anni, i loro genitori). Di qui lo stupore che suggerisce
di segnalare la curiosa querelle
sulla nostra rubrichetta (sempre, lo ricordo, sospesa fra stupore e stupidità
diffuse).
Infatti
Veltroni dice che non si ricandida, facendo capire di credere di averne il
sacrosanto diritto; ma D’Alema ci dice e gli dice (cfr Corriere.it di oggi) che nel PD “non ci si candida ma si è
candidati”.
Forse
Veltroni non lo sapeva e allora può darsi che qualcuno ora gli dica a brutto
muso che non può non ricandidarsi, se il partito lo vuole ricandidare; oppure se –
infrangendo la dura regola richiamata dal povero D’Alema (che rischia di
trovarsi ricandidato senza volerlo) – Veltroni riuscirà a spuntarla e a non
ricandidarsi, può darsi che anche D’Alema chiederà che si faccia un’eccezione
anche per lui e che gli venga concesso l'ambito permesso di non ricandidarsi.
Vedremo,
il Paese è in fibrillazione e un po’ anche i mercati.
Roma, 15 ottobre 2012 (Santa Teresa D’Avila, dottore della Chiesa)
Nessun commento:
Posta un commento