mercoledì 3 giugno 2020

Letture

Segnalazioni brevi

(di Felice Celato)

E’ un caso fortunato che abbia finito di leggere proprio ieri, Festa della Repubblica, il primo libro che voglio segnalarvi: di Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano (Feltrinelli 2020). Si tratta di un romanzo scritto da un colto autore che (ben) racconta la vita di un (suo coetaneo) figlio del dopoguerra, attraverso l’ambiente umano in cui cresce e lentamente matura; che poi è l’ambiente della neonata repubblica italiana nella fase di risveglio dall’incubo della guerra e di avvio del “famoso” suo miracolo (economico ma anche sociologico e culturale), prima che cominciassero a manifestarsi i segni di quella malattia dissociativa di cui dicevamo l’altro giorno. Non è una vera storia, quella di Ragazzo italiano, ma una specie di macro-diario delle relazioni fra il giovane protagonista e il mondo che lo circonda, a cavallo fra la provincia Emiliana e la Lombardia, fino alla piena scoperta di sé grazie soprattutto alla scuola (un liceo milanese).

A me questo libro è piaciuto e mi sento di consigliarlo almeno a quelli (fra i miei ventiquattro lettori) che possano immaginare di trovarci – come è accaduto a me – brani della loro vita; e che, magari, vogliano un po' consolarsi della vitalità delle radici.

La seconda lettura è un (corposo) libro di tutt’altro genere: di Jeremy Rifkin, Un green new deal globale (Mondadori,2019). Rifkin, qui più volte citato, è un visionario esploratore del futuro, spesso straordinario anticipatore di scenari sorprendenti ma poi via via apparsi come concreti e infine anche realizzatisi [cito fra i suoi volumi quelli che ho letto, in tempi diversi e con diversa soddisfazione ma che ho sempre trovato molto chiari, molto ragionanti e anche avvincenti: La fine del lavoro (1995), Il sogno Europeo (2004), L’era dell’accesso (2000), La civiltà dell’empatia (2009), La terza rivoluzione industriale (2011), La società a costo marginale 0 (2014), quest’ultimo di particolare valore, a mio parere]. 

In questo sul green new deal globale (evidentemente e ovviamente scritto prima della famosa pandemia) Rifkin descrive il crollo della civiltà dei combustibili fossili e delinea, come recita il sottotitolo del libro, un audace piano economico per salvare la terra. Il tema non è nuovo, come ben si sa; e anche alcune delle soluzioni che Rifkin prospetta circolano da tempo; ma il merito di Rifkin è quello di farne un disegno sistematico che coordina issues di natura tecnologica (l’infrastruttura intelligente su scala globale per una generalizzata e indilazionabile de-carbonizzazione) con quelle economico-strutturali (i modelli concessori e i cd performance contracting) e di supporto finanziario (il nuovo capitalismo sociale). Naturalmente gli scenari geo-politici che sottostanno a questo tipo di macro-disegno restano affidati ai ragionati auspici dell’autore ma anche alla documentata coscienza del problema sia negli USA che in Europa ed in Cina. Un libro molto interessante, per quanto distratti si possa essere dalla famosa pandemia e dagli inquieti andamenti del mondo.

Infine una terza segnalazione: si tratta, stavolta, di un breve testo (di Massimo Recalcati, La tentazione del muro, Feltrinelli 2020) scritto in una chiave dominante molto estranea alla mia cultura (l’approccio psicoanalitico) ma centrato su alcuni cardini del vivere civile di palpitante interesse culturale ed anche etico. In realtà i cinque capitoli di questo piccolo volume (il confine, l’odio, l’ignoranza, il fanatismo e la libertà) riflettono i temi trattati dall’autore (un eminente psicoanalista) qualche mese fa per una breve serie televisiva (Lessico civile) andata in onda su Rai3 (che ovviamente non avevo visto, essendomi precluso, per ragioni epato-protettive, l’uso della televisione, fatta eccezione per i tre sport che seguo – calcio, golf e snooker – e per qualche trasmissione di storia); sono però sicuro che l’edizione scritta delle brevi trattazioni di Recalcati guadagna efficacia e profondità sull’edizione televisiva, come del resto quasi sempre accade. Inutile dire che, dei cinque capitoli, quello che mi ha catturato di più è quello sui confini, tema culturale – come sanno i lettori di questo blog fin dal suo inizio – per me estremamente affascinante. Tutti e cinque i testi però (compreso quello che mi è piaciuto di meno) sono colti, suggestivi e gradevoli da leggere. Un libro che consiglio e che chi è più versato in questioni di psicoanalisi apprezzerà anche più di me.

Roma  3 giugno 2020

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